La testa, l’avevano persa in piena notte, quella fra il 20 e il 21 aprile del 2018, quando ai Giardini pubblici alcuni vandali avevano estratto dal terreno i supporti dei cartelli esplicativi per utilizzarli come mazze. Risultato: tre delle quattro statue del 1870 in marmo apuano, quindi probabilmente di scultori toscani, ridotte in pezzettini poi dispersi lanciandoli tutt’intorno. La quarta statua non si salvò: semplicemente, aveva perso la testa parecchio tempo prima, chissà come e perché. A gesto insano, è stato opposto un rimedio sano: un cantiere di restauro della Soprintendenza ad Archeologia, Belle arti e Paesaggio che proprio ai Giardini nel largo Giuseppe Dessì - davanti ai visitatori, giorno dopo giorno - quelle teste frantumate le ha ricomposte e riattaccate. Il vandalismo di nascosto e nelle tenebre, il rimedio in piena luce e di fronte a tutti. Scontato l’orgoglio di Elena Anna Boldetti, soprintendente da agosto: «Per restaurare queste opere d’arte del Comune abbiamo ricevuto fondi dal ministero condiviso il lavoro con la città».
Il Municipio
A festeggiare per conto del Comune, alla cerimonia, c’era Luisa Giua Marassi, assessora a Ecologia urbana, Ambiente e Verde pubblico: «Questo parco è di per sé un’opera d’arte», ha detto tra le statue restaurate, «ma la città soffre il problema del vandalismo: al Poetto abbiamo rimesso a posto cinque bagni su sette, ma tre sono stati danneggiati di nuovo. Sfregi alla nuova piazza Matteotti, al Centro sociale di Is Mirrionis e alla passeggiata di Sant’Elia, mentre in via Talete sono stati rubati lo scivolo e l’altalena. Li sostituiremo». Che tristezza, però. Coinvolte nella rinascita delle statue ai Giardini pubblici anche Tiziana Ciocca, responsabile scientifica dei Musei civici, con le storiche dell’arte Irene Boyer e Giulia Aromanto. Responsabile del progetto Giuliana Fenu, direttrice dei lavori Ilaria Passeroni.
Ceramiche protagoniste
Sempre sull’asse di viale Regina Elena, ieri la seconda e conclusiva giornata della decima edizione della Festa della ceramica, una mostra-mercato autofinanziata dall’associazione “Il terzo uomo” che ha richiamato - non è la prima volta - migliaia di persone. Ai Giardini sotto le mura era realmente una festa della ceramica, che ora è organizzata con cadenza biennale da un “giovanotto” instancabile: Salvatore Farci, 72 primavere già col segno della spunta, ceramista con laboratorio alla Marina. «Abbiamo qui colleghi da tanti luoghi diversi, in particolare dalla Toscana, dove ci attende molto presto un’iniziativa analoga». Nessun contributo pubblico, visitatori selezionatissimi dal semplice fatto che ci vanno perché appassionati a questa forma di artigianato artistico, la formula funziona sempre meglio a ogni edizione della Festa. «Ormai abbiamo fidelizzato i clienti», commenta Farci, «curiosi di conoscere chi, gli oggetti di ceramica, li realizza. Ma poi è un’occasione di confronto anche fra noi ceramisti, che non possiamo rinchiuderci ciascuno nel proprio laboratorio ignorando che cosa c’è e si fa nel resto del nostro stesso mondo». Infatti, anche grazie alla Festa cagliaritana, lo sanno benissimo.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi