Allevamenti.

Latte vaccino, è un’intesa di crisi 

A gennaio 54 centesimi al litro. Arborea: «Fondamentale per la filiera» 

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Raggiunto l’accordo sul prezzo del latte vaccino. Ieri sera, al ministero dell’Agricoltura, le parti hanno raggiunto l’accordo per 54 centesimi al litro a gennaio, 53 a febbraio, 52 a marzo. Al tavolo del ministro Francesco Lollobrigida erano riunite tutte le associazioni della filiera. Le ricadute riguardano anche la Sardegna: benché la partita principale si giochi sul latte ovino, grosse realtà come Arborea sono coinvolte dall’intesa.

Parola chiave

Stabilità è la parola che è risuonata maggiormente nella sala di via XX Settembre. L’accordo infatti arriva in un momento non certo positivo per il settore, tra squilibri contrattuali, difficoltà gestionale dell’offerta e volatilità dei prezzi. Secondo i dati Ismea, il prezzo del latte è sceso in picchiata da agosto ad ottobre. Si parla di sette centesimi al litro, da 60 a 53, e la deriva starebbe continuando in queste ore fino a raggiungere i 50 centesimi. A causare la caduta libera è stato l’aumento della produzione di latte in altri Paesi europei, in particolare Germania, Francia e Olanda. Nell’accordo – vista la situazione – è prevista anche una serie di aiuti. Il Ministero garantirà sostegno alla filiera «attraverso più misure, come il bando indigenti, e affiancando le imprese nel lavoro di internazionalizzazione e di promozione dei prodotti lattiero-caseari in Italia e all’estero».

L’Isola

Coldiretti Sardegna parla di intesa fondamentale: «In un momento drammatico per l’Europa sul fronte del latte», fanno sapere dalla principale associazione agricola, «l’Italia ha scelto di intervenire facendo squadra, coinvolgendo il Ministero anche nelle attività di smaltimento, attraverso il ritiro del prodotto e del latte nelle scuole, utilizzando strumenti simili al bando per gli indigenti». Soddisfazione anche dalla Cooperativa Assegnatari Associati Arborea, leader del mercato lattiero-caseario sardo e terzo player nazionale nel latte Uht: «Si tratta di un passo importante che contribuisce a dare fiducia, continuità e sicurezza alla nostra filiera, primo distretto agroalimentare della Sardegna», dice il presidente e Ceo Remigio Sequi. «Nel quadro internazionale, l’Ue deve continuare a svolgere il ruolo di grande produttore rafforzando le politiche di lungo periodo tra cui il sostegno al passaggio generazionale: un intervento cruciale per preservare un settore cardine dell’economia italiana, produzioni tipiche che valorizzano i territori e migliorano salute e benessere dei consumatori attraverso prodotti di qualità».

Il settore ovino

Chi apre uno spiraglio sul latte ovino è Confagricoltura, con il presidente Stefano Taras. «C’è fermento», dice. «L’augurio è che ci sia un atteggiamento maturo e responsabile, senza fughe in avanti che determinerebbero un effetto domino alla lunga pericoloso. Ci sono state risposte sul bando indigenti, il mondo del credito è disponibile per le giacenze di Pecorino romano. Insomma, ci sono le sinergie per affrontare una fase che, se gestita con lucidità, dovremmo superare senza scossoni». Chiusura sul prezzo: «Quello del latte ovino ancora non è uscito», argomenta Taras. «Stanno iniziando i conferimenti, a giorni avremo un prezzo di acconto. Ma niente fa pensare di dover affrontare situazioni catastrofiche».

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