Scatta il conto alla rovescia per la scadenza prevista per oggi della seconda rata dell’Imu sulle seconde case. La tassa municipale sugli immobili va pagata infatti sulle abitazioni, esclusa la prima, e in ogni caso sulle case di lusso, sugli immobili commerciali, sulle aree edificabili e sui terreni agricoli. Non è invece dovuta sull’abitazione di residenza, su quelle popolari e sugli immobili di cooperative a proprietà indivisa ma adibiti ad abitazione principale dei soci.
Stando ai calcoli effettuati sulla prima rata 2024, il pagamento dell’imposta a saldo dovrebbe valere circa 11 miliardi di euro, ma l’aliquota varia da città a città, garantendo un gettito diverso a livello locale. Stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate del 2020, richiamati da un report della Uil, il gettito annuo è di 19,4 miliardi di euro a carico di oltre 26,1 milioni i proprietari. Di questi, il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati.
Secondo il sindacato, dunque, l’Imu è una «lotteria fiscale iniqua», poiché il prelievo varia da un Comune all’altro e tra diverse categorie catastali, a parità di condizioni economiche. «Servono valori che rispecchino il mercato, con verifiche periodiche e criteri omogenei su tutto il territorio», afferma il Segretario confederale Santo Biondo. «La revisione dovrebbe essere a gettito complessivo invariato: si aggiornano le basi imponibili, si abbassa l’aliquota di riferimento e si correggono le storture, senza gravare su chi già paga il giusto. Urge, quindi, maggiore progressività: chi possiede patrimoni immobiliari di alto valore, case di lusso o immobili lasciati vuoti deve contribuire di più, mentre chi ha redditi medio-bassi, famiglie numerose o affitta a canone concordato deve beneficiare di sconti automatici e tutele certe».
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