Fischi e mugugni che gli applausi nelle prime file tentano di coprire. L’ottavo Congresso nazionale della Fasi, in corso al Cinema Miramare di Alghero, ha segnato ieri una delle giornate più tese e divisive nella storia recente della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia. Dopo giorni di confronto acceso, e varie ipotesi sull’utilizzo o meno del vecchio o del nuovo Statuto e sul Regolamento per le operazioni di voto. Alla fine, in tarda serata si sarebbe deciso di procedere con una doppia lista e due candidature, capolista il presidente uscente Bastianino Mossa e la coordinatrice Giovani Sara Nicole Cancedda.
Le divisioni
«È noto che abbiamo avuto diversi problemi», conferma Sara Nicole Cancedda, coordinatrice del Gruppo Giovani Fasi. «Intanto sui contenuti da votare, che non erano stati condivisi e hanno portato a una grossa spaccatura all’interno della Fasi e poi sulle modalità di voto che hanno destato non poche preoccupazioni». Non si contesta il contenuto, ma il metodo, è stato ribadito. Concetti ripetuti fino alla nausea sui media e nelle sedi opportune, che sintetizzano tutta la delusione dei giovani e delle donne che, con una mozione, avevano chiesto più trasparenza e tempo per discutere le modifiche al regolamento della casa degli emigrati sardi.
Il blitz
Ieri mattina i coordinamenti Giovani e Donne, guidati rispettivamente da Cancedda e Rita Danila Murgia, avrebbero dovuto riunirsi a Lo Quarter, nel centro storico, invece le nuove generazioni e le delegate donne si sono presentate al Cinema Miramare chiedendo spiegazioni, cercando un dialogo con la presidenza e con i vertici della Federazione. Ma la scelta era ormai fatta. «Si è deciso di accettare la votazione effettuata ieri, quindi si procede con il nuovo Statuto», è stato l’annuncio ufficiale. In platea, reazioni contrastanti: qualcuno ha applaudito, altri fischiato. «Cambiate idea ogni cinque minuti!», le urla dal fondo della sala cinematografica prestata al Congresso.
Dietrofront
E infatti già nel pomeriggio l’orientamento era di mantenere in vigore il vecchio Statuto, modificando però il regolamento per il voto. «Non si può discutere una bozza di documenti fondamentali del mondo dell’emigrazione a ridosso del congresso e applicare poi le modifiche in corsa», hanno protestato i delegati dei coordinamenti, sottolineando apertamente la frattura interna e un metodo che rischia di allontanare proprio le nuove generazioni. «I giovani hanno chiesto di votare una mozione, nella quale si chiedeva di riconteggiare con appello nominale, non per alzata di mano, ma la presidenza ha respinto ed è andata avanti», riferisce Sandra Capuzzi, presidente del Circolo “Grazia Deledda” di Pisa.
Lo sconcerto
Anche all’assessora regionale Desiré Manca, arrivata ad Alghero per partecipare ai lavori, non è sfuggito il clima rovente. «Particolarmente incandescente», ha commentato. «È importantissimo conoscere e sentire chi la pensa in maniera differente rispetto a noi: solo dal confronto può esserci una crescita», ha aggiunto Manca. La serata, fino alle 21, è proseguita nel segno del tentativo di mediazione: rimettere in vigore il vecchio Statuto, ma procedere al voto seguendo i nuovi regolamenti. Una proposta che non ha dissipato le tensioni, anzi. Il cosiddetto listino bloccato , introdotto nelle nuove norme, secondo molti delegati «mina le basi della democrazia» all’interno della Federazione. Nelle file dei partecipanti si respirava disorientamento e amarezza: «Siamo un’associazione, non un partito politico», hanno sottolineato diverse persone, deluse di dover affrontare il voto in un clima di incertezza.
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