Energia

«Il caso eolico sul tavolo di Giorgia Meloni» 

I sindaci anti-speculazione bussano a Palazzo Chigi: «La premier ci deve ascoltare» 

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Adesso l’obiettivo è andare a Roma. «Tutti insieme». Arriva da Aquileia – una delle capitali dell’Impero romano, il bollino dell’Unesco come plus valore territoriale – l’appello contro la speculazione energetica. Alla fine il Friuli Venezia Giulia come la Sardegna. «E come il resto d’Italia, lo stesso pericoloso assalto delle rinnovabili», dice il sindaco Emanuele Zorino, uno dei portavoce del Coordinamento nazionale contro il business di pale e pannelli. Al momento sono dieci i Comuni sardi che hanno aderito, ma è partita la campagna per allargare il più possibile la partecipazione.

L’incontro

Le fasce tricolori puntano al massimo risultato. «È ora di trattare direttamente con il Governo per difendere paesaggio e ambiente. Per questo stiamo organizzando una delegazione con un sindaco in rappresentanza di ogni regione», spiega Zorino. In Sardegna il referente è Pasquale Mereu, primo cittadino di Orgosolo, uno dei padri della Pratobello, e la certezza che «spostare il confronto su scala nazionale può essere la soluzione per provare a risolvere l’emergenza», è la posizione confermata in questi giorni. Non fosse altro che «intere comunità rischiano di essere cancellate». Per ora sono quindici su venti le regioni coperte da un delegato, mentre si guarda alla premier Meloni e al ministero Pichetto Fratin per provare a correggere il decreto Draghi, il punto zero di tutto l’assalto.

I rischi

Giuseppe De Fanti, sindaco di Guspini, è uno dei sardi del Coordinamento nazionale. «Sulla speculazione energetica va tenuta alta l’attenzione. Dobbiamo insistere con le iniziative e la mobilitazione, perché i progetti continuano ad andare avanti». A Guspini c’è una spinta serrata sul Municipio. «Tutte le settimane riceviamo richieste di incontro da parte di società interessate a investire nel nostro territorio – fa sapere De Fanti –. Inutile dire che le ambizioni imprenditoriali sono accompagnate da misure compensative irricevibili». Ovvero, a fronte di nuovo territorio da sottrarre all’economia locale, vengono proposte «soluzioni abbastanza ridicole». Il primo cittadino di Guspini, bandiera dem, sulle azioni messe in campo dalla maggioranza in Regione sottolinea: «Vediamo se si rivelano efficaci per fermare l’assalto, noi continuiamo ad avere fiducia nelle rassicurazioni ricevute a suo tempo».

Caso scuola

Aquileia è stato uno dei primi Comuni a suggerire di spostare su Roma il confronto. «L’Italia – continua Zorino – si trova a un bivio cruciale nella transizione energetica: l’imperativo è alzare la voce contro un Green Deal che si sta rivelando un tradimento delle nostre comunità e del nostro patrimonio, anziché promuovere un futuro sostenibile. È inaccettabile che la corsa all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici avvenga senza processi partecipati, ignorando le voci e i bisogni dei cittadini e dei rappresentanti locali. I paesaggi, che definiscono la nostra identità culturale ed economica, fulcro della bellezza italiana, non possono essere sacrificati sull’altare di obiettivi imposti dall’alto. Da una normativa europea che sta già dimostrando tutti i suoi limiti e difetti. È necessario un approccio che integri la sostenibilità con il rispetto dei territori – sottolinea ancora il sindaco di Aquileia –. Le comunità locali devono essere parte attiva del processo decisionale, contribuendo a creare soluzioni che non solo rispettino l’ambiente, ma anche i luoghi e le persone che li abitano».

Nuove adesioni

Da Capoterra, Beniamino Garau è pronto a fare propria la battaglia del Coordinamento nazionale. «Non sono stato ancora contattato, spero succeda presto – dice il sindaco –. Fin da ora do la disponibilità a partecipare, anche perché la strategia della Regione è più che mai incerta: sia la moratoria che la legge sulle aree idonee sono state impugnate dal Governo. La tutela della nostra Isola non è affatto garantita, l’esposizione alla speculazione energetica resta massima. Capoterra ha già dato ai grandi investimenti, non solo sulle rinnovabili: sul nostro territorio ricade anche il termovalorizzatore. Il Consiglio comunale si è espresso con chiarezza: non siamo disposti a cedere altro territorio».

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