L’incontro.

I giovani emigrati sardi: «Aggiornare la legge del 1991» 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Un legame che attraversa oceani e generazioni. È quello tra la Sardegna e i suoi giovani emigrati nel mondo, protagonisti della Convention “Radici nel mondo, futuro in Sardegna” che si è conclusa ieri ad Alghero. Un centinaio di ragazze e ragazzi, di età compresa tra i 20 e i 41 anni, provenienti da ogni angolo del pianeta, dagli Stati Uniti al Giappone, dall’Australia all’Argentina, passando per Germania, Francia e Regno Unito, hanno animato il centro di Alghero con idee, proposte e storie di emigrazione moderna.

A inaugurare la sessione istituzionale al Quarté Sayal è stata la presidente della Regione Alessandra Todde. «Questo incontro è un modo per tessere un filo che unisce la Sardegna ai sardi del mondo. Un filo che, come ci ha insegnato Maria Lai, ci lega e lega la nostra isola al resto del mondo, proprio grazie a voi», ha detto la presidente invitando tutti a un cambio di prospettiva nel modo di guardare all’emigrazione. «Per anni l’abbiamo considerata una perdita, ma oggi dobbiamo riconoscerne il valore. Chi vive fuori continua a generare cultura, competenze e connessioni: siete gli ambasciatori della Sardegna nel mondo». L’obiettivo dichiarato, è quello di trasformare l’andare via o restare sull’Isola in una scelta libera.

Al suo fianco il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto e l’assessora regionale Desiré Manca. «Il centro storico di Alghero – ha commentato Manca - si è popolato di giovani dalle radici sarde residenti all’estero. È un grande piacere vedere che l’obiettivo di rafforzare i legami con l’Isola è stato raggiunto». Le voci delle nuove generazioni hanno restituito l’immagine di una Sardegna diffusa, presente in ogni continente. Marina Di Vincenzo, coordinatrice di Isola Sardegna-Giappone, per esempio, ha raccontato del piccolo gruppo di sardi nato nel 2012 nel Paese del Sol Levante: «Oggi abbiamo 70 iscritti, di cui 30 sardi e 40 giapponesi innamorati dell’Isola». Vittoria Liantada, coordinatrice di otto circoli in Argentina, ha sottolineato con emozione che «la Sardegna è con noi e oggi ci sta ascoltando». Luca Sollai, rappresentante del Circolo di Quebec, ha sottolineato l’esigenza di aggiornare la legge del 1991, «che non distingue tra associazioni in Italia e all’estero».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI