Il virus

Focolai in aumento, la dermatite bovina fa sempre più paura  

L’annuncio di Bartolazzi e Satta: «Pronte 300mila dosi di vaccino» 

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Da quattro a nove focolai in quarantotto ore. Si solleva ancora l’allerta sulla dermatite bovina, il cui trend di crescita sta conoscendo un’impennata. Non che l’aumento dei contagi non fosse una possibilità presa in considerazione, ma con i nuovi numeri degli allevamenti infetti si fa strada il timore di una diffusione incontrollata. Anche perché il vettore che trasmette il virus è un insetto, «presumibilmente una zecca», ripetono dalla cabina di regia che fa capo all’assessorato alla Sanità, ragion per cui è complicato intervenire direttamente. Infatti la strategia di contrasto su cui si lavora sull’asse Regione-Governo è combinare gli abbattimenti selettivi con i vaccini, e «sono 300mila le dosi in arrivo».

Ultimi dati

Ieri alle 21, la situazione epidemiologica, ufficiale sul Bollettino nazionale veterinario, segnava sulla Sardegna nove focolai. Erano sei martedì sera. Vuol dire tre in più in una sola giornata. Geograficamente, il Nuorese resta l’epicentro isolano della dermatite nodulare contagiosa, la Lsd nell’acronimo inglese, con tre dei quattro Comuni colpiti. Al momento Orani, dove il 21 giugno è stato accertato il primo caso nazionale, è stabile dal 30 giugno con tre focolai. A Orotelli, invece, da una prima zona infetta accertata mercoledì 25 si è passati a tre ieri, quando a Sarule si è aggiunta una seconda zona rossa dopo i casi del 30 giugno. La Sardegna resta l’unica regione colpita dalla dermatite bovina dopo il focolaio estinto a Porto Mantovano, in Lombardia, dove è stato abbattuto un intero allevamento.

La Regione

Le 300mila dosi di vaccino saranno disponibili «entro i prossimi dieci-quindici giorni», secondo un piano «inviato poche ore fa al Ministero», hanno annunciato ieri Bartolazzi e Satta alle associazioni di categoria. Il siero anti-dermatite nodulare «proviene dal Sud Africa e sarà obbligatorio a tappeto, con priorità per le zone interessate dalla presenza di focolai. Il Servizio veterinario della Regione ha già preallertato le sedi territoriali delle Asl e l’intera macchina organizzativa è ormai delineata», ha spiegato Bartolazzi. Quanto agli abbattimenti selettivi, c’era il problema su dove smaltire le carcasse. «Abbiamo individuato due possibili punti di conferimento, nel Lazio e in Campania», ha anticipato il titolare della Sanità. Satta invece ha fatto il punto sui ristori: «I capi eventualmente abbattuti sono in carico al ministero della Salute con un risarcimento definito dalle tabelle Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). Contestualmente, proporremo una norma nel prossimo assestamento di bilancio (previsto a luglio) per coprire, con 5 milioni di euro, il blocco di novanta giorni del comparto zootecnico». Salvo eventuali proroghe dello stop.

Le associazioni

Sulla strategia della Regione, Giorgio Demurtas e Giuseppe Casu, presidente e direttore di Coldiretti Cagliari, hanno detto: «È positivo essere stati convocati per affrontare insieme un problema. Bisogna intervenire su due livelli: da un lato i rimborsi immediati per le perdite legate alla mancata movimentazione e vendita degli animali; dall’altro, servono misure che tengano conto degli effetti nel medio e lungo periodo, come l’inevitabile deprezzamento sul mercato dei capi rimasti fermi». Da Confagricoltura, il presidente Stefano Taras parla di «passaggi di proposta interessanti e positivi sul piano della tempistica annunciata per l’avvio delle vaccinazioni, così come sull’impegno a sostenere le maggiori spese degli allevatori che dovranno affrontare il blocco alla movimentazione». Taras registra «la volontà della Regione di accogliere la nostra proposta, avanzata nei giorni scorsi, con la costituzione di una task force, una unità di progetto come quella pensata anni fa per l’eradicazione della Peste suina africana, a guida di un esperto che possa mettere assieme tutte le migliori energie istituzionali e tecnico-scientifiche».

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