Selargius.

«Chiudere il campo rom sulla 387» 

La mozione del consigliere Tuveri al voto in Consiglio comunale 

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«Il campo rom della 387 va chiuso subito, e le famiglie sistemate altrove senza costi per il Comune di Selargius». Una richiesta forte contenuta nella mozione presentata dal consigliere di minoranza Mario Tuveri, che nel documento punta anche il dito contro chi ha deciso in passato di trasformare l’ex inceneritore di Pitz’e Pranu in campo sosta: «Una scelta scellerata che ha solo ghettizzato i rom».

L’appello

La mozione verrà discussa in Consiglio nei prossimi giorni. «Nel campo sosta, nonostante i reiterati interventi di manutenzione da parte del Comune che hanno determinato l’impiego di ingenti risorse pubbliche, è evidente lo stato di degrado nel quale vivono gli utenti», scrive Tuveri. L’esponente di opposizione ricorda poi «le lamentele da parte dei cittadini di Selargius e dei Comuni limitrofi per i fumi tossici, che, specie nelle ore notturne, arrivano, in giornate particolarmente ventose, dal campo rom e dai terreni confinanti sino al centro abitato, con conseguenze negative per la salute degli stessi residenti del campo in particolare, e della salute pubblica in generale». Alla luce di tutto ciò «è necessario un intervento urgente da parte delle autorità competenti», sottolinea Tuveri.

Parola al Consiglio

La richiesta contenuta nella mozione è rivolta al Consiglio comunale, «affinché voti una delibera che impegni il sindaco e la Giunta a chiedere urgentemente al Prefetto di Cagliari un provvedimento che disponga: lo sgombero immediato del campo rom ubicato in prossimità della Statale 387». Ma anche «il ricollocamento degli utenti del campo predetto in strutture adeguate con costi che non gravino sul Comune di Selargius». Ora l’Aula dovrà dunque pronunciarsi.

Allarme sanitario

Sulla bomba ecologica di Pitz’e Pranu i riflettori sono accesi da tempo. Fra l’allarme degrado ambientale e sociale - al centro di un tavolo convocato dalla Prefettura - e la missione inclusione abitativa che il Comune sta portando avanti da tempo ma che non riesce a concretizzare. L’ultimo tentativo - tra le polemiche - è la possibilità di dare dei contributi di 8.500 a ciascun nucleo per trovare una casa, tutto finanziato con risorse regionali vincolate per l’inclusione abitativa delle famiglie rom. Sullo sfondo resta anche la maxi bonifica dell’area che va fatta, con una stima dei costi che ormai ha superato i 4 milioni di euro. Oltre alla rimozione di oltre duecento carcasse d’auto già fatta dal Comune. «Spero che il campo venga chiuso perché neppure le bestie meritano un tale trattamento», aggiunge Tuveri, «e perché deve cessare l'emergenza sanitaria che si è venuta a creare con evidenti pregiudizi per la salute pubblica e di coloro che risiedono nel campo».

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