«Appartengo a una generazione i cui genitori non si sono lasciati per il “bene dei figli”, ma creando in realtà solo scompensi, facendo respirare infelicità ai bambini. Diciamo che sono in una condizione di speranza verso il futuro, ma non posso certo dire che sia un bel periodo».

Tiziano Ferro, a pochi giorni dall’annuncio del divorzio dal manager Victor Allen dopo 7 anni di amore, 4 di matrimonio e due figli, si racconta.

«Affrontare un divorzio non è mai bello - spiega al Corriere il cantante di Latina, 43 anni e milioni di dischi venduti – ma il mio è capitato con una tempistica tremenda, la sfiga ha sempre progetti precisi: è una vita che spero di scrivere un romanzo (“La felicità al principio", Mondadori, ndr) e, ora, la sua pubblicazione si scontra con un cataclisma come questo, che spero non prenda possesso della gioia che devo a me stesso e a chi mi segue. Però, non potevo tenere nascosta la verità: ho sempre vissuto mostrando una sola versione di me stesso, quella vera, e preferisco così piuttosto che inventare scuse e affrontare l’ansia che le cose possano venire fuori senza che le abbia potute spiegare. In questo momento, tuttavia, io che non sono invidioso, ammetto che invidio chi racconta di essersi separato nella pace più assoluta».

In questi giorni è a Los Angeles, anche se avrebbe dovuto essere a Milano per promuovere il suo primo romanzo. Ma ha deciso di non partire perché in questo momento non può portare i bambini (Margherita di due anni e Andres di un anno e mezzo) in Italia.

«Non poter partire coi bimbi è dovuto non alle leggi italiane – precisa - ma a un tecnicismo noioso e fastidioso: avendo un divorzio in corso, non posso lasciare lo Stato della California coi miei figli. Sarei potuto venire da solo, ma avrebbe significato non potermi occupare di loro, che in questo periodo stanno soprattutto con me».

Nell’amore, sempre celebrato nei suoi pezzi più famosi, crede ancora: «Ci credo così tanto che mi separo. Anche il divorzio fa parte della fede nell’amore. Ho esordito dicendo che non posso dire di stare bene, ma questo non vuol dire che non starò bene in futuro. Se non mi separassi, significherebbe che non do importanza all’amore. Invece, lo tratto come una cosa talmente tanto preziosa che, se non è autentico, se non mi fa bene, non lo voglio».

(Unioneonline/D)

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