Si può essere Miss Italia, una modella o un’attrice e metterci comunque “una vita” per accettare la propria faccia. 

Lo svela Miriam Leone, prima classificata nel concorso di bellezza del 2008, dal 14 ottobre al cinema con “Marilyn ha gli occhi neri” di Simone Godano, accanto a Stefano Accorsi.

“La gente mi vede bella e non riesco a capire. Non sono mai contenta del mio aspetto. Ma in questo film, io che non mi rivedo mai, mi sono emozionata a rivedere i cambi di registro in una stessa scena", racconta in un’intervista al Corriere della Sera.

La sua adolescenza a Catania è stata piuttosto complicata: “Mi sentivo diversa anche fisicamente, si rivolgevano a me come se fossi una straniera”. Spesso la prendevano in giro per le sue sopracciglia così folte, un segno distintivo della sua particolare bellezza.

Ma i compagni del liceo non la vedevano così: “Mi dicevano che ero Elio delle Storie Tese. Oggi è divertente perché ho un’età. Ma perché me la dovrei prendere se sui social mi insulta, per dire, Giuseppino88? La facilità nel criticare il prossimo sono chiacchiere da bar che valgono zero. Le cose cambiano nei giovanissimi, vedo un’accettazione importante della diversità”.

Nel cuore resta il concorso nel 2008: “È stata una porta per l’emancipazione, il mio provino davanti a milioni di persone. Dopo ho potuto camminare da sola, sperimentare, conoscere l’affetto delle persone. Ogni giorno in un luogo diverso, dai paesini a New York. La corona devi restituirla: ne ho fatta una copia che conservo in bagno. Mi serviva una testimonianza. Un giorno, quando sarò anziana, la mostrerò a figli e nipoti e dirò: sono stata Miss Italia”.

(Unioneonline/D)

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