Circa un lavoratore sardo su quattro è sovraistruito per il ruolo che ricopre. Il dato emerge dall'ultimo report della Cgia di Mestre che ha contato nell'Isola quasi 150mila occupati dai curriculum sovradimensionati rispetto alle mansioni svolte. I numeri sono stati rilevati nel 2019 e successivamente messi a confronto con quelli registrati un decennio prima. Lasso di tempo nel quale il numero di personale ultraqualificato ha subito un'impennata del 46%. Il raffronto con i dati nazionali è implacabile: sebbene la quota di lavoratori dal percorso di studi eccessivo per il proprio contratto sia simile anche nel resto d'Italia (24,9%), la crescita dal 2009 si è limitata infatti al +29%.

Il boom sardo è in parte dovuto all'incremento del settore turistico, sempre affamato di personale per bar e ristoranti e unico comparto ormai a garantire occupazione senza particolari requisiti quasi tutto l'anno.

"L'incremento degli sovraistruiti è in massima parte dovuto alla mancata corrispondenza tra le competenze specialistiche richieste dalle aziende e quelle possedute dai candidati", ha spiegato il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo.

"Non va nemmeno dimenticato che grazie al ricambio generazionale registrato in questi anni sono usciti dal mercato del lavoro tanti over 60 con livelli di istruzione bassi che sono stati rimpiazzati da giovani diplomati o laureati senza alcuna esperienza professionale alle spalle. Tuttavia, la sovraistruzione non va sottovalutata, perché molto spesso attiva meccanismi di demotivazione e di scoramento che condizionano negativamente il livello di produttività del lavoratore interessato e conseguentemente dell'azienda in cui è occupato".
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