Proseguono i numeri da record nei porti e aeroporti dell’Isola, con gli arrivi che sfiorano quota 7 milioni, da inizio anno, con la chiusura del mese di ottobre.

Si consolida, dunque, un trend positivo per il comparto, “a riprova che l’obiettivo di un concreto allungamento della stagione turistica è raggiungibile”, le parole del presidente Christian Solinas.

I DATI – Secondo i dati forniti dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, nel mese di ottobre nei porti sardi si sono registrati 115.587 arrivi (Olbia 67.783; Porto Torres 31.154; Golfo Aranci 10.059; Cagliari 6.591), in crescita rispetto al 2021 (+5,4%), ma anche al 2019 (+26,12%) e dunque al periodo pre-pandemia. Dal 1 giugno al 31 ottobre sono arrivati complessivamente oltre 2 milioni di passeggeri.

A ottobre, nei tre aeroporti isolani sono arrivati 372.326 passeggeri (Cagliari 200.486; Olbia 102.298; Alghero 69.542), tra voli di linea e non, con un incremento del 40% rispetto al 2021 e del 10% rispetto al 2019. Da giugno sono quasi 3 milioni gli arrivi, mentre dall’inizio dell’anno circa 4,2 milioni.

“Abbiamo le carte in regola per puntare ad una definitiva destagionalizzazione e andare oltre il consolidato turismo balneare, per una concreta affermazione della Sardegna nel mercato nazionale e internazionale” aggiunge l’assessore al Turismo, Gianni Chessa. “È ripresa anche la stagione fieristica e, dopo la presenza dello stand della Sardegna al ‘Ttg Travel Experience’ di Rimini e un evento promozionale a Monaco di Baviera, in questi giorni siamo presenti al ‘Wtm’ di Londra, mentre nel fine settimana, a Milano, presenteremo ‘Sardegna, terra di Cammini tutto l’anno’. Racconteremo l’Isola che vuole affermarsi come meta privilegiata per gli appassionati del turismo lento”.

L’appuntamento milanese è in programma venerdì 11 e sabato 12 novembre al Palazzo delle Stelline, con due giorni di incontri e di confronto con esperti per parlare di Cammini “come strumento di valorizzazione turistica della bellezza, dell'identità e dell’accoglienza delle aree interne e come possibile argine allo spopolamento”.

(Unioneonline/v.l.)

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