Reduce da una notte di trattative nell'Eurogruppo, Giovanni Tria ammette che sulla manovra il sentiero è sempre stretto: "Dobbiamo raggiungere qualche risultato - ha detto - e sono necessari anche atti concreti. Stiamo studiando le varie opzioni, che rimangono possibili finché non vengono valutate politicamente".

"Ovviamente - ha aggiunto - le posizioni sono varie. Ed è necessario prendere le decisioni politiche".

A prenderle, inutile dirlo, sono i vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio perché, continua Tria, "le divisioni dei compiti ci sono sempre state. Il ministro dell'Economia segue tutte le possibili soluzioni tecniche, ciò avviene da luglio, non è un fatto di oggi".

Eppure, secondo il Corriere della Sera, questa divisione comincia a pesargli sempre di più. Il ministro è isolato e sono insistenti le voci di sue possibili dimissioni. Non è cosa certa, naturalmente, ma stando alle fonti sentite dal quotidiano di via Solferino il ministro starebbe pensando di lasciare la poltrona già a fine anno, quando la legge di bilancio sarà stata approvata in Parlamento.

DALL'UE - La Commissione Europea, intanto, ha "preso atto - ha spiegato il commissario agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici - degli annunci degli ultimi giorni sulla riduzione del deficit" in rapporto al Pil previsto per il 2019 in Italia, annunci che costituiscono "un passo nella direzione giusta. Aspettiamo ulteriori dettagli per valutare la dimensione di questi passi".

Per Moscovici "servono impegni molto concreti e credibili: saremo sempre disponibili alla flessibilità, ma nel quadro delle regole. Il divario" tra le posizioni italiane e il livello richiesto dalle regole di bilancio Ue "va ridotto ulteriormente".

(Unioneonline/D)
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