Ancora numeri negativi sullo stato dell’imprenditoria sarda.

Dopo il calo delle imprese giovanili, si registra anche quello delle start-up: a Cagliari ha perso l'anno scorso 87 aziende, con un saldo negativo del 18,4%. Si tratta della peggiore performance di tutte e quattordici le grandi città prese in esame dallo studio «Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up», realizzato dalla società di consulenza Cerved.

Se è vero che si tratta di una tendenza nazionale - in Italia ci sono 10.587 start up in meno rispetto al 2021 - ma realtà come Milano, Genova e Roma riescono a contenere la perdita sotto il 10%. Il capoluogo sardo, invece, è la città che paga di più: quasi otto punti rispetto alla media nazionale.

«Lo sviluppo di nuova impresa è un indicatore chiave per monitorare la congiuntura economica e il dinamismo di settori e territori», ha commentato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved parlando della situazione nazionale, «dai nostri dati emerge che il peggioramento delle aspettative dovuto a guerra, crisi energetica e inflazione ha frenato l'iniziativa imprenditoriale. I tassi di natalità nel 2022 risultano infatti in netta flessione, con un saldo negativo di circa 10mila nuove imprese. Il calo delle nascite è un segnale da non trascurare: le start-up sono una leva di trasformazione del nostro sistema economico, apportano idee innovative, tecnologia e competitività». 

(Unioneonline/F)

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