Nel 2025 sulle famiglie sarde potrebbe abbattersi una nuova tempesta di rincari simili a quelli subiti prima con l’epidemia di Covid e poi con la crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. Gli esperti lo annunciano da tempo, convinti che il prezzo del gas registrerà un’impennata tale da trascinare con sé, in un vortice di aumenti, bollette, carburanti, alimentari, assicurazioni e chi più ne ha più ne metta. 

La Russia chiuderà definitivamente i rubinetti dei gasdotti costringendo l’Europa a cercare il combustibile altrove e spingendone il prezzo ai massimi da mesi. Da qui la previsione disastrosa sulle bollette, con aumenti fino al 18% nel prossimo trimestre. «Siamo di fronte a speculazioni belle e buone», dice senza remore Giuliano Frau, leader dell’Adoc in Sardegna. «Se questi aumenti sono prevedibili con così tanto anticipo perché non si è fatto nulla per evitarli? E se prima c’erano pandemie e guerre a poter giustificare i rincari, oggi nessuno capisce perché bisogna stringere la cinghia ancor di più».

Federconsumatori ha redatto pochi giorni fa un “bollettino di guerra”. «Oltre ai rincari nel settore dell’energia», ha spiegato, «non mancano anche quelli in campo alimentare, delle assicurazioni, della scuola, e della ristorazione». Il tutto, comprese spese sanitarie e utenze varie per acqua e rifiuti, per un salasso previsto di oltre 900 euro in un anno.

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