I sindacati unitari Fai, Flai e Filbi, che raggruppano i lavoratori dei Consorzio di Bonifica e del settore irriguo, hanno espresso forti preoccupazioni per il programma di stabilizzazione del personale avventizio presentato dal Consorzio. Le osservazioni dei sindacati arrivano al temine dell’incontro avuto con la dirigenza del Consorzio di bonifica di Oristano.

“Riteniamo che l’attuazione del programma approvato dall’ente consortile – dicono i segretari provinciali Roberta Manca, Cristian Pistis e Franco Pani - stravolge completamente le direttive dettate dalla Regione. Nonostante siano state stanziate, dal Consiglio Regionale, le risorse necessarie alla copertura finanziaria utile alla stabilizzazione di tutto il personale avventizio, e nonostante nella delibera della Regione siano contenute e chiaramente descritte, tutte le procedure utili ad avviare il piano di stabilizzazione previsto, il Consorzio di bonifica di Oristano, ci ha presentato  un programma di stabilizzazione che non rispetta nessuna delle procedure previste”.

I sindacati osservano che la decisione presa dal Consorzio, alquanto discutibile ed in misura unilaterale, utilizzando dei criteri puramente soggettivi se applicati, sarebbero in netto contrasto con quelli previsti dalla Regione. Prolungando ulteriormente le stabilizzazioni fino alla data approssimativa del 2023 si creerebbe un clima di tensione tra gli stessi lavoratori. “Roberta Manca, Cristian Pistis e Franco Pani chiedono che il Consorzio di bonifica dell’Oristanese, si faccia carico delle proprie responsabilità, che prenda atto dei contenuti della delibera regionale e che non ne faccia una personale interpretazione. Ci affidiamo al buonsenso di chi ha responsabilità decisionali – spiegano i rappresentanti sindacali -  affinché questi lavoratori, dopo un barlume di ottimismo, ottenuto con la pubblicazione della delibera della Regione, non debbano invece, per l’ennesima volta, vedersi sfumare la possibilità di avere un lavoro a tempo indeterminato. Siamo decisi ad intraprendere tutte le azioni necessarie per far valere i diritti dei lavoratori al fine di arrivare ad una risoluzione definitiva di una vertenza, quella del precariato del personale avventizio, che si trascina ormai da oltre 30 anni”.

                                                        

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