Dopo l’ok per le Pa, è sempre più vicina l’intesa tra governo e parti sociali sullo smart working nel settore privato per il periodo post-pandemia.

La bozza dell’accordo è stata presentata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha chiesto alle parti di ricevere al più presto le loro osservazioni in modo da poter chiudere la partita entro la fine della prossima settimana.

Il documento prevede la possibilità di un accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente, in cui dovranno essere indicati la durata del lavoro agile, l'alternanza tra i periodi di lavoro all'interno e all'esterno dell'ufficio, i luoghi in cui sarà vietato svolgere la prestazione, gli strumenti di lavoro, i tempi di riposo, le modalità di controllo e le attività formative.

La bozza su cui si sta lavorando si basa sull’idea che non esisterà un preciso orario di lavoro, ma le mansioni verranno svolte in autonomia dal lavoratore, per il quale verrà identificata una fascia di tempo per la disconnessione (il dipendente non sarà costantemente reperibile ma avrà diritto a "staccare").

Sarà ancora possibile richiedere tutti i permessi previsti dai contratti collettivi e legati al godimento della Legge 104 ma non saranno pagati straordinari.

Nel caso di malattia, ferie o infortunio, il lavoratore potrà disattivare i dispositivi aziendali e non sarà tenuto a rispondere a comunicazioni aziendali prima della prevista ripresa dell'attività lavorativa.

Gli strumenti informatici verranno forniti dal datore di lavoro, a cui spetterà anche l'onere delle spese di manutenzione e di sostituzione dei dispositivi, a meno che gli eventuali danni siano stati causati da un comportamento negligente da parte del dipendente (in questo caso gli saranno addebitati i costi).

Il lavoratore agile avrà diritto allo stesso trattamento economico e normativo dei lavoratori che non usufruiranno dello smart working, anche per i premi di risultato.

La bozza dell’intesa è stata promossa dai sindacati. La segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti ha parlato di un "buon punto di equilibrio nella discussione". "Crediamo che il testo - ha spiegato la segretaria confederale Uil Tiziana Bocchi - rappresenti un punto di equilibrio tra le varie sollecitazioni, soprattutto laddove si ravvisi il rimando alla contrattazione collettiva, che ha già individuato negli ultimi mesi percorsi e soluzioni innovative".

(Unioneonline/F)

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