Slitta alla tarda mattinata di domani l'ok finale di Palazzo Madama alla manovra, proprio quando la premier Giorgia Meloni sarà alle prese con la sua prima conferenza stampa di fine anno.

Per la maggioranza un giorno in più non è un problema,  visto che le ultime due manovre sono state chiuse addirittura il 30 dicembre. Ma l'accumularsi di errori e ritardi fa infuriare allo stesso modo Pd, Avs, Iv e Movimento 5 Stelle. Da ultimo manca la relazione tecnica di passaggio, quella che accompagna il testo da un ramo del Parlamento all'altro e dà conto delle modifiche apportate.
Intanto per il governo Meloni già si presenta un nuovo, delicato, capitolo all'orizzonte, ossia l’eterna questione dei 30mila balneari che, stando alle regole scritte nella legge sulla Concorrenza, il prossimo anno dovrebbero vedere le concessioni messe a gara, come peraltro imposto anche da una sentenza del Consiglio di Stato.

Negli anni il centrodestra è sempre stato compatto a difesa di spiagge e ambulanti e perciò da questo governo i balneari si aspettavano un intervento di proroga che, ad ora, non è previsto.

Lo farà Forza Italia, assicura Maurizio Gasparri, con un emendamento al decreto Milleproroghe

«Durante l'autunno e nella prima fase dell'inverno – ha detto il vicepresidente del Senato - le imprese balneari hanno subito gravissimi danni con autentiche distruzioni su tutto il litorale italiano. Da questo bisogna partire per capire che si tratta di una realtà da difendere e non di un settore da vessare. Bisogna ascoltare le associazioni di categoria e utilizzare al meglio il tempo che le leggi vigenti concedono. Infatti, c'è un termine che scade alla fine del 2023, ma che può essere già esteso con le norme vigenti al 2024. Sarebbe ragionevole prorogare, con il decreto appunto chiamato Milleproroghe, questo termine, per avere più tempo, per convincere le autorità europee che gli indirizzi sin qui espressi sono sbagliati e contrari all'interesse di un settore strategico per l'Italia. Per questo abbiamo voluto delle norme che lasciassero uno spazio temporale al nuovo governo di centrodestra. Ma questo tempo va esteso e ben utilizzato, seguendo l'agenda che abbiamo indicato, all'insegna del confronto tra la maggioranza e con tutte le altre forze politiche, insieme alle categorie interessate. Supereremo, in questo modo, sia le decisioni sbagliate dell'Unione Europea, sia le indicazioni del Consiglio di Stato basate su premesse sbagliate. Il litorale, infatti, non è una risorsa scarsa ma offre spazio per nuove imprese, senza andare a disturbare quelle esistenti, la cui attività va garantita nel tempo senza vessazioni, aste ed altre bizzarie».

Non c'è solo il problema delle vecchie concessioni ma anche la proposta lanciata dalla ministra del Turismo Daniela Santanché di mettere a gara quelle spiagge che oggi sono libere e lasciate al "degrado". Una questione che potrebbe riaprire vecchie ruggini (e procedure di infrazione) con Bruxelles proprio nel momento in cui il governo andrà a chiedere di rinegoziare il Pnrr. Di cui, comunque, il governo si occuperà non appena saranno affidate le deleghe sui balneari. Che con ogni probabilità andranno non a Santanché ma a Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare.

(Unioneonline/D)

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