"Un disastro sotto tutti i punti di vista, e le conseguenze le subiscono i sardi”.

Non usa mezzi termini il segretario regionale della Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu nel commentare l’esclusione di Ita dopo quella di Volotea, le uniche compagnie che avevano partecipato alla gara d’urgenza per affidare per sette mesi il servizio di continuità aerea tra l’Isola e l’Italia.

“Non sono serviti a nulla i numerosi appelli affinché la Regione attivasse un tavolo di confronto con le parti sociali che, come sempre, avrebbero dato un contributo di idee e di proposte volto al bene della intera Isola. E non sono state sufficienti 7 proroghe per trovare una soluzione ma, per l'ennesima volta il diritto alla mobilità è appeso ad un cavillo e ad alcuni documenti non presentati”, aggiunge il sindacalista, osservando che questa incertezza “sta creando un danno economico e sociale”.

Se la Cgil lancia un appello – e un attacco – a Solinas, la Uiltrasporti chiede parametri meno stringenti: “Neanche con la procedura d’urgenza siamo riusciti a garantire la continuità. Speriamo che non si vada al libero mercato. Siamo fiduciosi che questa vicenda si concluda in pochi giorni o addirittura ore, ma riteniamo opportuno che venga identificato subito un vettore, magari con parametri meno stringenti di quelli espressi nel bando di gara, senza però rinunciare ai fondamentali della continuità territoriale, cioè le frequente, le tariffe, la tipologia di aeromobili e anche le necessità sanitarie”.

"Un’ulteriore fase di incertezza che porterà disagi per i passeggeri isolani, i tempi tecnici per adeguare i sistemi di prenotazione sono di due o tre giorni e il rischio è che la Sardegna e i sardi rimangano senza voli in continuità per chissà quanto tempo”, è l’allarme lanciato da Michele Palenzona, segretario Cisl Trasporti settore aereo.

CONFINDUSTRIA – Anche gli industriali sardi all’attacco. "La vicenda assume contorni sempre più drammatici e apre prospettive inaccettabili per l'economia e per l'intera società sarda", denunciano in una nota.

"Dopo anni di gestione emergenziale, caratterizzati da rinvii, proroghe ed aggiustamenti dell'ultimo momento si è arrivati ad una condizione di confusione e totale incertezza – sottolinea l'associazione - che emargina ancor più la Sardegna, già duramente provata da decenni di crisi economica e dalla recente crisi sanitaria. Un danno economico, sociale e di immagine che colpisce indistintamente tutti i comparti produttivi, pregiudicando le prospettive di sviluppo e progresso sociale, di programmazione di qualsivoglia attività sia economica che individuale, andando a colpire imprenditori, professionisti, lavoratori, studenti, turisti, bisognosi di cure ed ogni cittadino che avrebbe il diritto ad una mobilità funzionale, equa e affidabile".

Per Confindustria "è inutile cercare alibi esterni, occorre assumersi titolarità e responsabilità diretta di quanto sta avvenendo chiamando quelle competenze necessarie per riconnettere la Sardegna, la sua economia e società con il mondo civile". 

(Unioneonline/L)

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