Copagri Sardegna chiede alla Regione di indennizzare i comparti diversi dall'ovicaprino, colpiti dalla siccità dello scorso anno con la stessa velocità con cui sono state elargite le risorse a favore dei pastori.

"C’è una grossa sproporzione tra le risorse assegnate all'ovicaprino e quelle destinate agli altri comparti che realizzano il 75% della Produzione Lorda Vendibile sarda, ma almeno si facciano arrivare rapidamente le risorse disponibili alle aziende", fanno sapere dall'associazione di categoria.

Secondo Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna, "le risorse ammontano a 45 milioni di cui 20 milioni di derivazione regionale e 25 statali, non ancora transitate nel bilancio della Regione. A esse si devono aggiungere le risorse già stanziate e da stanziare da parte del ministero sul Fondo di Solidarietà Nazionale (ben poca cosa per la verità ), il residuo non speso dello stanziamento per il comparto ovicaprino e i 2 milioni a suo tempo destinati dalla Regione per l’acquisto di pecorino romano nel caso che l’assessorato competente non sia in grado, in un arco ragionevole di tempo, di spenderli nella direzione originariamente stabilita".

"L'insieme di tali somme andranno programmate con un unico atto previa istituzione di un Fondo di anticipazione di cassa da parte della Regione pari alle risorse statali e alle altre somme considerate secondo una previsione realistica", fanno sapere ancora i rappresentanti dei produttori agricoli.

Sulle difficoltà degli operatori del settore è intervenuto anche Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri, che ha dichiarato: "Vigendo l’obbligo, secondo gli indirizzi statali e nazionali in materia di calamità naturali, di ristorare i produttori in base al danno subito, in questo caso dalle colture, accertato dai tecnici di ARGEA, è chiaro che l’aiuto va calcolato ed erogato sulla base delle superfici relative alle colture interessate, salvo il comparto apistico per il quale si farà riferimento all’arnia; qualsiasi altro metodo pone seri rischi di illegittimità con il pericolo che i produttori siano chiamati domani alla restituzione dei contributi percepiti".

(Unioneonline/F)

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