"La Sardegna nuovo centro internazionale per la produzione di farmaci a base di cannabis".

Lo annuncia la Moca - Medicinal Organic Cannabis Australia, compagnia farmaceutica australiana con sede a Sydney che dalla fine dell'anno scorso ha avviato una collaborazione con i coltivatori sardi per introdurre specifiche varietà di cannabis medica nel territorio.

"Le tecniche proprietarie di coltivazione della compagnia sono state adattate all'orticoltura locale, sfruttando le infrastrutture presenti in Sardegna, tra cui numerose serre" , spiega una nota dell'azienda.

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A guidare il management team di Moca sono Alessandro Sorbello ed Emanuela Ispani, che si trovano in Sardegna da 4 mesi "conducendo una ricerca intensiva per trovare le condizioni di coltivazione ideali progettate per ridurre i costi di questa importante medicina".

"Gli elevati costi di produzione internazionali - prosegue la Moca - hanno motivato l'azienda australiana a cercare soluzioni innovative per rendere i farmaci a base di cannabis più accessibili per l'importazione in Australasia e per rifornire il mercato europeo. La compagnia australiana punta a ridurre i costi medi mensili dei farmaci da 100 dollari a 40 dollari per paziente. Questi prodotti medici devono soddisfare i rigorosi requisiti australiani e internazionali della cannabis medica di qualità farmaceutica".

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La legalizzazione della cannabis in tutto il mondo ha fatto impennare la richiesta di prodotti di alta qualità per uso medico, che siano in grado di soddisfare i più elevati standard farmaceutici internazionali.

Attualmente l'industria della cannabis legale ha un giro d'affari di 15 miliardi di dollari americani annui, con una stima di crescita che supera i 500 miliardi di dollari annui al raggiungimento della sua maturità.

"La Sardegna - commenta Alessandro Sorbello - ha il potenziale per diventare uno dei principali fornitori europei di cannabis per un mercato internazionale, grazie alle molteplici condizioni favorevoli. Per soddisfare i criteri farmaceutici richiesti è necessario che le aziende locali modifichino le proprie pratiche agricole e gli imprenditori locali si sono dimostrati molto ricettivi al cambiamento, dimostrandosi entusiasti di abbracciare questo nuovo mercato emergente."

(Unioneonline/l.f.)
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