Quasi mille alloggi in più rispetto a solo otto mesi fa.

Questa la fotografia che Federalberghi Sardegna ha fatto delle strutture per vacanze disponibili su Airbnb.

Se nello scorso mese di agosto nell'Isola erano 11.912 le case registrate sulla piattaforma online, ad aprile di quest'anno, durante le vacanze di Pasqua, il numero degli appartamenti ha raggiunto quota 12.900.

Un business che - secondo l'associazione di categoria sarda - sarebbe ascrivibile alla cosiddetta "shadow economy", l'economia grigia che si nutre in parte del sommerso.

Secondo i dati diffusi oggi da Federalberghi/Incipit su base Inside Airbnb, la maggior parte degli alloggi - 9.939, ovvero il 77,04% del totale - è rappresentato da interi appartamenti che vengono messi a disposizione per essere affittati.

Delle 12.900 case sarde iscritte su Airbnb, 10.200 (ovvero il 79,06%) sono disponibili per più di sei mesi e 7.269 (56,34%) sono gestiti da host che offrono più di un alloggio.

"Non è più possibile continuare a giocare nello stesso campo con regole diverse: le strutture regolari da una parte, sottoposte ai controlli e alle verifiche di rito, e quelle dei 'furbetti dell'appartamentino' che non sottoscrivono nessun contratto di affitto e offrono servizi extra a pagamento", ha affermato con preoccupazione il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca.

Sottolineando come nel settore alcuni operatori lavorino in nero: "A volte hanno dipendenti, più o meno regolari, che fanno accoglienza e pulizie. È arrivato il momento che le autorità deputate verifichino e sanzionino chi non è in regola, anche nei confronti del Fisco. Il danno, però, non è solo nei confronti delle casse pubbliche o delle strutture ricettive regolari che soffrono per questa concorrenza sleale".
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