Il bando c’è, ma in molti non possono partecipare perché i requisiti sono troppo stringenti. A Cabras per ora pochissimi ricciai hanno partecipato all'indagine di mercato pubblicata dall’Agris per raccogliere le adesioni dei pescatori per la partecipazione alle attività di monitoraggio e recupero ambientale. Tradotto meglio: si tratta della misura alternativa disposta dalla Regione a seguito del divieto della pesca dell’oro rosso per i prossimi tre anni, per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa. Ma qualcosa non quadra.

Uno dei tanti requisiti, ad esempio, è quello di non aver mai ricevuto sanzioni in merito al divieto di pesca, detenzione, trasporto e commercializzazione. Ma a Cabras in moltissimi nell’arco della loro vita lavorativa sono stati sanzionati per non aver rispettato alcune norme relative alla pesca del riccio. “È un bando insensato, ridicolo e fatto appositamente per lasciarci a casa senza lavorare  - ha detto Giacomo Bilancetta, presidente di una delle due associazioni dei ricciai di Cabras - Tutto questo è molto grave. Se uno prende una sanzione questa viene pagata, perché continuare a punire il pescatore?”.

I ricciai hanno chiesto un incontro con la commissione regionale che si occupa di pesca. “Abbiamo bisogno di spiegare il perché questo bando è inutile - conclude Bilancetta -  Ci devono ascoltare prima del sette novembre, giorno in cui scade la manifestazione di interesse. Altrimenti ci sarà una rivolta”. A Cabras i nervi sono tesi. 

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