La Commissione europea ha staccato ieri il primo assegno da 24,9 miliardi all'Italia. Un anticipo che equivale al 13% dei 191,5 miliardi destinati al Paese fino al 2026. Una "prima erogazione" che "avvia una ripresa duratura", ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Italia Domani, questo il nome del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) elaborato da Roma - ha commentato la leader europea - mostra "il livello di ambizione necessario per fare del Paese un motore di crescita per l'intera Europa".

Secondo le stime, gli investimenti finanziati da NextGenerationEu (strumento al cuore del Recovery) dovrebbero infatti aiutare il Pil reale italiano a crescere del 4,2% nel 2021, e a raggiungere il 4,4% nel 2022, quando il programma comincerà a dare i suoi primi frutti.

I pagamenti del rimanente 87% affluiranno nelle casse del Tesoro in base al completamento dei target fissati, con un massimo di due pagamenti l'anno.

In base a quanto dispone il regolamento Ue 2021/241 (articolo 24), una volta avviati i progetti e gli investimenti, gli Stati membri possono presentare due volte l’anno alla Commissione europea una richiesta di pagamento del contributo finanziario. Una richiesta che però deve essere "debitamente motivata” e che presuppone il fatto che siano stati raggiunti i traguardi e gli obiettivi concordati. 

L’Italia potrebbe chiedere la seconda tranche già in autunno.

L'arrivo della prima rata segna l'inizio di una maratona, per rispettare la tabella di marcia che Roma si è data, e centrare tutti gli obiettivi di investimento e riforme elencati nelle oltre 270 pagine del documento, che prevede di destinare il 37% ad azioni per garantire la transizione verde, e il 25% per la trasformazione digitale.

(Unioneonline/F)

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