Al sistema ferroviario sardo “solo pochi spiccioli” all’interno del piano di investimenti sostenuto dal Recovery Fund. Una scelta che la giunta regionale guidata da Christian Solinas ha accolto con “indignazione”, assicurando però “una ferma reazione della politica e delle istituzioni”.

“La prima riflessione necessaria – si legge in una nota diffusa da Villa Devoto, a firma del governatore - è che lo sdegno, stavolta, non deve tradursi in sterili e inconcludenti dichiarazioni di rito. Ciascuno si deve assumere precise responsabilità derivanti dal ruolo che ricopre. La programmazione delle risorse e le scelte strategiche sono elaborate da soggetti ben definiti, e non è credibile che le grandi controllate statali agiscano all'insaputa o addirittura contro la volontà dell'azionista. Occorre dunque – prosegue Solinas – una presa di posizione netta, chiara e conseguente da parte del Governo. La Sardegna ha diritto ad avere infrastrutture per la mobilità efficienti e moderne”.

“Da dove partire?”, si chiede il numero uno di Villa Devoto, spiegando: “L'opera fondamentale che segnerebbe il cambiamento epocale è la connessione dei tre porti principali, Porto Torres, Olbia e Cagliari, con una ferrovia veloce a due binari per treni passeggeri e merci, recuperando inoltre la connessione di Nuoro con Olbia. Si potrebbe andare da Sassari a Cagliari in un'ora. Una soluzione –incalza il governatore – da me più volte indicata, e che darebbe risposta concreta ad almeno tre fondamentali esigenze”.

Poi il dettaglio: “I sistemi forti della Sardegna non sono connessi. Sassari, Olbia, Cagliari non interagiscono a sufficienza e come un recente studio della Banca d'Italia dimostra. Lo sviluppo di un territorio dipende dai tempi di relazione tra un settore ed un altro, e la Sardegna in questo senso è ultima in Italia. Attorno a questa arteria principale si devono programmare e rafforzare tutte le connessioni intermodali locali, ferrovie a scartamento ridotto, tram, bus. Si avvicinerebbero i piccoli centri all'insieme del sistema sardo in tempo rapido. Un reale rimedio allo spopolamento”.

Inoltre, aggiunge il governatore “con un efficiente collegamento merci tra i tre porti, la Sardegna può proporsi come hub per le merci che transitano tra i paesi del mediterraneo diventando quel centro delle autostrade del mare di cui si parla da tempo”.

E ancora: “Le zone Zes, sulle quali questa Giunta ha impresso una forte accelerazione, assumerebbero a loro volta una importanza vitale”.

Cosa fare per far partire finalmente il progetto della ferrovia veloce sarda? "Innanzitutto – dice il presidente - chiedo al Governo, ad Rfi e Trenitalia che si elabori immediatamente uno studio di fattibilità, a cui la Regione vuole partecipare attivamente. Ciò permetterà l'inserimento dell'opera negli strumenti di programmazione nazionale. Il costo di un'opera così importante potrebbe essere di qualche miliardo di euro (tra i tre e i quattro) che possono essere coperti con finanziamenti nazionali e comunitari. L'esempio sono le opere commissariate in Italia. Più di 50 miliardi a cui in parte contribuisce il Pnrr. Si prevedono nove miliardi per la Sicilia, senza ancora progetti cantierabili. O investimenti su tratte secondarie del continente per svariati miliardi. Noi non possiamo accontentarci di piccoli interventi che non risolvono le esigenze fondamentali e non sono strategiche per una trasformazione radicale della mobilità sarda”.

“Dobbiamo avere – conclude Solinas - lo stesso coraggio e lungimiranza che nella seconda metà dall'800 permise di realizzare le attuali ferrovie sarde, che da allora, a testimonianza di una inaccettabile incuria, sono rimaste sostanzialmente invariate”.

Unione online/l.f.)

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