Dal primo gennaio per i lavoratori la quarantena dopo un contatto stretto con un positivo non è più equiparata alla malattia.

Il chiarimento arriva dall’Inps: “L’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva dai lavoratori del settore privato è riconosciuta fino al 31 dicembre 2021, a fronte di apposito stanziamento”.

Per quest’anno infatti il governo Draghi non ha previsto alcuno stanziamento, quindi i dipendenti non hanno diritto a nessuna indennità.

La quarantena è molto meno frequente per chi è vaccinato o guarito, in virtù delle nuove regole previste in caso di contatto stretto (o ad alto rischio) con un positivo al Covid, come riporta la circolare emanata il 30 dicembre 2021 dal ministero della Salute.

Non deve più farla chi ha completato il ciclo vaccinale primario o la dose di richiamo o è guarito da 120 giorni.

Fino al decimo giorno successivo all’ultimo contatto queste persone hanno l’obbligo di indossare mascherine di tipo Ffp2 e di sottoporsi, se sintomatici, a un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso.

Per i vaccinati da più di quattro mesi, invece, la quarantena è di cinque giorni, con obbligo di tampone negativo al termine del periodo di isolamento.

Invece, chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid-19 ha l’obbligo di rimanere in quarantena per dieci giorni.

(Unioneonline/F)

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