"Una vera e propria emergenza nazionale".

Così l'Anaao Assomed definisce la situazione della sanità in Italia, con un Servizio sanitario "nel pieno di una grave crisi delle proprie risorse professionali, che rischia di accentuarsi nei prossimi anni".

A mancare, in un futuro non troppo lontano, saranno gli specialisti, che non rimpiazzeranno quelli che stanno per andare in pensione. L'esodo di medici dagli ospedali italiani, secondo uno studio del sindacato, si tradurrà nel 2025 in una carenza di ben 16.500 specialisti.

Tra le sezioni più sofferenti ci sono Medicina d'emergenza-urgenza e Pediatria, con stime che indicano un ammanco rispettivamente di 4.180 e 3.323 specialisti. A soffrire inoltre saranno Medicina interna (-1.828 specialisti nel 2025), Anestesia e rianimazione (-1.395), Chirurgia generale (-1274), Psichiatria (-932), Malattie dell'apparato cardiovascolare (-709), Ginecologia e ostetricia (-644), Radiodiagnostica (-604), Ortopedia e traumatologia (-409).

"Abbiamo calcolato un dato, incrociando la proiezione del numero di specialisti che, a programmazione invariata, potrebbero uscire dalle scuole universitarie nei prossimi otto anni, con una previsione dei possibili pensionamenti di specialisti attivi nel Ssn - spiega l'Anaao - e abbiamo stimato che solo il 75% degli specialisti formati scelga di lavorare per il Ssn".

"Gli organici dei reparti ospedalieri e dei servizi territoriali, negli anni precedenti al 2018 considerato per il nostro censimento, hanno già sofferto il mancato turnover conseguente al vincolo nazionale della spesa per il personale a partire dal 2007. Pertanto, le nuove carenze andranno a incidere su una condizione organizzativa fortemente degradata", sottolinea il sindacato.

A questa situazione, scrive ancora il sindacato, bisogna fare fronte con "correttivi rapidi ed adeguati per evitare il collasso del sistema".

Il blocco del turnover, introdotto con la Legge n.296 del 2006, ha determinato, ad oggi, una carenza nelle dotazioni organiche di circa 10mila medici: "I piani di lavoro, i turni di guardia e di reperibilità vengono coperti con crescenti difficoltà e una volta occupate le varie caselle si incrociano le dita sperando che nessuno si ammali buttando all'aria il complicato puzzle che bisogna comporre ogni mese", ricorda il report, citando "quindici milioni di ore di straordinario non pagate".

Non basta "sbloccare il turnover, ma incrementare anche il finanziamento per le assunzioni e attivare i diversi miliardi di risparmi effettuati dalle Regioni nell'ultimo decennio. Per quanto attiene la formazione post laurea, oltre a incrementare ad almeno 9.500/10.000 i contratti annuali, è arrivato il momento - conclude l'Anaao - di una riforma globale passando a un contratto di formazione/lavoro da svolgere fin dal primo anno in una rete di ospedali di insegnamento in modo da mettere a disposizione degli specializzandi l'immensa casistica e il patrimonio culturale e professionale del Ssn".

(Unioneonline/D)
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