A poco più di un mese dall'avvio della campagna lattiero-casearia 2020/21, i pastori sardi stanno già ricevendo le prime proposte da parte dei trasformatori alla ricerca di latte per la prossima annata. La caparra proposta ai produttori però non piace al movimento che ha portato avanti la battaglia sul prezzo del latte sin dal febbraio 2019, quando gli allevatori iniziarono la loro dura protesta gettando il latte per le strade piuttosto che conferirlo agli industriali.

"In questo periodo i trasformatori tendono a cercare i possibili venditori di latte e invece di dargli il conguaglio della precedente campagna, che porterebbe il prezzo dagli 80 centesimi a oltre 90, vicino all'euro, gli propongono la caparra di quest'anno per assicurarsi il prezzo del latte - spiega Nenneddu Sanna, anche a nome di Gianuario Falchi, i due portavoce dei pastori senza bandiera -, noi vogliamo dire ai pastori che sarebbe bene evitare questo meccanismo e usufruire del prestito bancario che svincola i produttori che potranno così avere libertà di contrattazione del prezzo del latte".

"Ora sentiamo voci di proposte irrisorie sulla base della quantità del latte conferito - conclude Sanna - se un pastore ha bisogno di liquidità, il nostro suggerimento è quello di evitare la caparra e cercare di contrattare il latte in gruppo, sfruttando nel contempo gli strumenti messi a disposizione dal sistema bancario, per invertire la rotta".

(Unioneonline/F)
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