Un piano concreto per affrontare la drammatica situazione di povertà che in Sardegna «riguarda oltre 120mila famiglie». A chiederlo è la Cisl regionale, attraverso il suo segretario generale, Pier Luigi Ledda, che nel primo incontro delle organizzazioni sindacali con la presidente della Regione ha consegnato ad Alessandra Todde un dossier con criticità e proposte per l’Isola.

«Nei giorni scorsi è stato presentato il Report statistico Povertà 2024 della Caritas - spiega Ledda - che conferma come il fenomeno sia oggi ai massimi storici e strutturali del Paese. In Sardegna, che è assolutamente in linea con il quadro nazionale, la Cisl ritiene prioritario che vengano avviate politiche strutturali contro le povertà, vecchi e nuovi fenomeni spesso non censiti, e che si affronti una situazione ormai drammatica, che prelude ad una stagione ancora più difficile per la Sardegna qualora non si corra ai ripari con interventi utili a contrastare le diverse povertà. Rispetto alle povertà materiali - chiarisce ancora il leader della Cisl - la Sardegna presenta una fotografia preoccupante, insidiosa e drammatica in relazione al numero di famiglie senza reddito da lavoro, che supera il numero di 120.000 su un totale di 700.000 (726.348)».

Nella nostra regione, ricorda la Cisl, la povertà relativa e assoluta costituisce un fenomeno che coinvolge un numero sempre più importante di anziani. Il reddito previdenziale delle pensioni di vecchiaia registra l’importo medio mensile regionale di 1.090,34 euro (importo calcolato al lordo), soglia di reddito che coincide con quella individuata per la povertà relativa (1.085 euro per un nucleo composto da due persone).

«Le pensioni assistenziali - rimarca ancora Ledda - registrano un dato medio mensile degli assegni sociali pari a 408,97 euro e di 426,44 euro per gli invalidi civili. Importi che evidenziano quanto pesa la povertà materiale tra gli anziani e, di conseguenza, quanto sia urgente intervenire con un welfare diffuso e generativo che rafforzi le politiche sociali e socioassistenziali. Non possiamo rimandare ancora - chiude il segretario -, la politica deve mettere questo tema ai primi posti della sua agenda: ci vuole un piano pluriennale, un patto di legislatura, che prescinda dagli schieramenti e lavori nell’interesse dei sardi».

(Unioneonline/s.s.)

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