«L'abbassamento della soglia a 30 euro per l'utilizzo del Pos è un'ipotesi allo studio, la stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l'Europa. La possibilità di scendere ci è stata richiesta». Lo ha detto Roberto Pella, deputato di Forza Italia, uno dei relatori della manovra, ai microfoni di Radio 24. 

La soglia di utilizzo del Pos per i pagamenti, che il governo ha ipotizzato di collocare a 60 euro, sarebbe uno dei provvedimenti contenuti nella legge finanziaria su cui l’Ue avrebbe espresso perplessità. Di qui, dunque, l’ipotesi di abbassarla, senza doverla cancellare tout court.

L’opposizione, però, torna all’attacco: «L'Europa ha bocciato tutte le bandierine ideologiche della destra presenti nella Legge di Bilancio. Tetto al contante, limitazioni al Pos, condono fiscale, sono state infatti criticate mentre molte delle altre misure presenti, a sostegno di famiglie e imprese contro la crisi energetica, sono in continuità con il governo Draghi, ma sono state prorogate soltanto per tre mesi. L'Ue ha solo riconosciuto alla presidente del Consiglio, Meloni, di non aver

scassato i conti pubblici, visti gli annunci fatti dai partiti di maggioranza in campagna elettorale», ha detto la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Simona Bonafè, intervenendo a Omnibus su La 7.

Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Grimaldi, capogruppo in commissione Bilancio di Alleanza Verdi Sinistra, che – a proposito della nuova soglia ipotizzata – commenta: «Ora la maggioranza si fa bella con la storia dell'abbassamento della soglia a 30 euro per l'utilizzo del Pos. Abbiano il coraggio di non nascondersi dietro un dito: vogliono semplicemente togliere la sanzione a chi non accetta i pagamenti. Si tratta di un grave bluff che crea tensione tra esercenti e cittadini che non riusciranno a far valere il loro diritto a pagare con carte di credito».

(Unioneonline/l.f.)

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