Portovesme Srl, 600 lavoratori verso la cassa integrazione
Presa di posizione del Pci Sulcis Iglesiente: “I costi della transizione energetica non devono pagarli gli operai"
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"La Glencore, proprietaria della Portovesme Srl, ha annunciato di aver attivato la procedura propedeutica all'ottenimento della cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale per circa 600 lavoratori. Un nuovo macigno rischia di abbattersi sul territorio, che andrebbe ad aggiungersi alle già infinite vertenze del Polo industriale, tra cui quella delle lavoratrici e lavoratori diretti e indiretti dell'Eurallumina e della Sider Alloys". È quanto si legge in una nota diramata da Stefano Fonnesu, segretario federale del Pci Sulcis Iglesiente.
"La causa della fermata di alcuni impianti energivori risiede nella storica problematica dei costi dell'energia, che in questo periodo hanno raggiunto costi prima impensabili e che i cittadini hanno potuto verificare nelle proprie bollette. In una regione dove il potenziale energetico legato alla trasformazione delle fonti rinnovabili è altissimo - osserva Fonnesu - ad oggi non vi è una chiara programmazione reale per la transizione energetica. La stessa realizzazione delle infrastrutture legate all'utilizzo del metano per la riconversione del terzo gruppo Enel (Grazia Deledda di Portovesme), nonostante il benestare delle amministrazioni, del territorio e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, viene messo in discussione dal Governo e dall'Enel, con il rischio di creare danni enormi che ne deriverebbero non solo al comparto industriale di Portovesme ma all'intera economia della regione. Se da un lato il Governo nazionale non è chiaro sulla politica industriale ed energetica per il nostro territorio - prosegue l'esponente del Pci - dall'altro la maggioranza che guida la Regione Sardegna è più interessata a distribuire privilegi post elettorali (vedi la legge Omnibus con la reintroduzione dei vitalizi) e ricostruire le alleanze in vista della gestione delle ingenti risorse provenienti dal Pnrr. Per altro la programmazione di spesa di queste risorse è sostanzialmente sconosciuta al sistema degli Enti Locali, alle parti sociali, al mondo del Lavoro, alle piccole imprese e agli artigiani nonché alla cittadinanza, che vuole e ha il diritto di partecipare in maniera democratica alla costruzione del proprio avvenire. Per noi comunisti del Sulcis Iglesiente non è tollerabile che i costi della transizione energetica vengano scaricati sui soliti noti: lavoratori, giovani, pensionati e cittadini. Occorre garantire tutti i posti di lavoro: la cassa integrazione richiesta dalla Portovesme Srl non deve essere l'anticamera per la chiusura dell'ultima fabbrica produttiva del polo industriale".
(Unioneonline/l.f.)