Le perdite sono state coperte, il capitale ricostituito.

In sintesi: non ci saranno licenziamenti. Almeno per ora.

È quanto stabilito dall'assemblea dei soci e del cda della Cict e della Contship, che si sono riuniti per discutere della situazione di crisi al Porto canale.

La Cict, che gestisce lo scalo, ha chiuso il 2018 con un rosso di 8,78 milioni. Situazione peggiorata in questo inizio 2019, tanto da spingere la multinazionale Eurokai, azienda tedesca che ha il 60 per cento delle azioni Contiship Italia, proprietaria della Cict (gli altri sono l'azionariato e lo Stato di Amburgo), a prendere in considerazione l'ipotesi di mettere in liquidazione la società. Iniziativa che cancellerebbe circa 700 posti di lavoro.

Ma al termine di una riunione nello studio milanese del notaio Faustino Colianni, alla presenza di Thomas Heinrick Eckelmann, presidente di Eurokai, di Cecilia Emilia Maria Eckelmann Battistello, presidentessa di Contship Italia, dei consiglieri di amministrazione e dei sindaci ("assente" Salvatore Mattana, presidente del Cacip, che ha l'8 per cento di Cict), si è deciso di ripianare le perdite e ricostituire il capitale sociale versando ulteriori 4 milioni di euro. Decisione presa dalla "sola Contship", ha sottolineato Battistello la quale, contattata da "L'Unione Sarda", ha dichiarato: "All'assemblea, come in tante altre, pur convocato legalmente e legittimamente il Cacip non si è presentato".

La decisione evita i licenziamenti e consente alla Cict di andare avanti sino a quando il capitale sociale si azzererà nuovamente.

Il punto è che mancano ricavi, e l'obiettivo (come delle scorse settimane) sarà trovare in tempi brevi un gruppo che garantisca un movimento minimo di 550mila container all'anno per almeno due anni.

Le difficoltà sono insorte per la decisione dei grandi gruppi mondiali di navigazione Msc e Maersk di allearsi nella "2M" facendo riferimento a Malta e a Tangeri in Marocco.

Gli altri scali, quello di Cagliari compreso, non possono gestire volumi di traffico merci tanto elevati, così si sono ridotte le compagnie alle quali Cict e Contship possono rivolgersi. Ed ecco le perdite: 1,5 milioni da gennaio a marzo, con la previsione di un ulteriore rosso di 1,6 milioni per aprile e maggio.

La Cict aveva avviato trattative con la tedesca Hapag Lloyd, andata via da Cagliari di recente, e cercato nuovi clienti tra i quali proprio la Maersk e la "Cma-Cgm".

A marzo la Cma-Cgm ha fatto sapere che lo scalo sardo poteva risultare interessante ma non prima di 2 anni.

"Ringrazio la Contship Italia", ha spiegato Battistello, "che con Thomas Heckelmann Heinrick ha deciso di ripianare da sola tutte le perdite del 2018, ricostituire il capitale sociale con ulteriori 4 milioni di euro e, ancora una volta, di non mettere in cassa integrazione nessuno pagando, come negli ultimi 18 mesi pur senza ricavi, gli stipendi a tutti i collaboratori e alle società Irtec e Cts che operano con la Cict. Ringrazio Regione e Casic per il supporto e la considerazione che hanno sempre avuto per il nostro gruppo. Sono sempre stati ricambiati, come stiamo facendo capire in questi ultimi 20 mesi. Mi spiace ma non posso ringraziare il Cacip odierno. Se la Contship non avesse coperto le perdite e ricostituito il capitale anche per la quota del Cacip, avrebbe dovuto liquidare la società e licenziare i collaboratori appena registrato il verbale dell'assemblea in Camera di commercio. Mi sento ferita e mortificata, in questi anni ho imparato a stimare la Sardegna e le persone che abbiamo incontrato. Il Casic mai è mancato a un incontro".

Il Cacip in una nota successiva ha sostenuto di aver chiesto "un piano di ristrutturazione aziendale" senza il quale "i Comuni" che ne fanno parte "non potranno assumere alcuna deliberazione su ripiano delle perdite e ricostituzione della propria quota".

Il 29 aprile l'assemblea dei sindaci aveva "manifestato la massima preoccupazione per la situazione dei lavoratori".
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