Una proroga di circa un mese, al 30 settembre, per evitare 210 licenziamenti al porto canale di Cagliari che scatteranno dal 2 settembre, al termine della procedura di legge. Senza ulteriori novità sull'apertura della cassa integrazione, infatti, gli addetti rischiano di restare a casa.

È la richiesta inoltrata da Cgil, Cisl e Uil al ministero dello Sviluppo economico, al ministero delle Infrastrutture e all'assessorato regionale del lavoro.

La domanda è stata girata anche al presidente della Regione Christian Solinas e al presidente dell'autorità di sistema portuale Massimo Deiana.

I sindacati, che con i lavoratori stanno occupando con un'assemblea permanente la sede dell'azienda terminalista, ricordano che, al termine del tavolo dello scorso 1 luglio, era stata offerta alla Cict, il principale terminalista del settore container, la possibilità di pronunciarsi entro le successive 72 ore sulla proposta in campo relativa alla cassa integrazione di dodici mesi. Ma la Cig non è mai diventata realtà e i sindacati accusano la Cict di "inerzia".

I lavoratori hanno anche issato un grosso striscione sulla statale 195, al bivio per il porto industriale in un tratto che in estate è attraversato da numerose auto che si recano verso le località turistiche della Sardegna sud occidentale. La scritta recita: "Il porto non si tocca. Regione dove sei?".

(Unioneonline/v.l.)
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