Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una grande opportunità anche per investire nella riqualificazione fisica dei borghi dell’Isola e nell’attivazione di processi di rigenerazione urbana e territoriale.

Ne è convinta la Cna Sardegna che in un report ha analizzato le possibilità offerte dal piano e, in particolare, le misure previste per incrementare il livello di attrattività turistica e culturale del Paese che stanziano complessivamente quasi due miliardi di euro da ripartire tra tutti i borghi d’Italia.

“Il Pnrr rappresenta un’occasione unica anche per la Sardegna che deve attrezzarsi per attrarre il massimo delle risorse possibili. La Regione - hanno dichiarato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionali di Cna Sardegna - crei una cabina di regia qualificata dotata di competenze di alto profilo per predisporre un programma di interventi finanziabili con le risorse europee”.

La misura più pertinente del piano è la terza componente della Missione 1, che ha l’obiettivo di incrementare il livello di attrattività turistica e culturale del Paese, migliorando l’accessibilità turistica, promuovendo forme di turismo sostenibile. I borghi sono parte fondamentale di questo processo di rilancio e valorizzazione.

Gli interventi a sostegno di turismo e cultura non saranno focalizzati solo sulle grandi città. Gli ambiti di intervento per questa misura sono 4: patrimonio culturale per la prossima generazione, rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale e religioso, industria culturale e creativa 4.0, turismo 4.0.

Gli investimenti per la riqualificazione dei borghi previsti all’interno di questa misura riguardano il Piano nazionale per migliorare l’attrattività dei borghi che prevede un investimento di 1,020 miliardi di euro; gli interventi di protezione e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale con 600 milioni di euro; il programma per valorizzare parchi e giardini storici con 300 milioni di euro. Un totale di 1,92 miliardi di euro da ripartire tra tutti i borghi d’Italia.

Altre fonti di investimento vanno cercate trasversalmente all’interno delle altre misure. Tra queste è pertinente con il modello di rigenerazione proposto per i borghi la seconda Misura della Missione 2 - energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile - che ha come obiettivi si garantire una transizione equa e inclusiva a tutto il territorio italiano su temi di bioeconomia e circolarità, verranno avviate azioni integrate per rendere le piccole isole completamente autonome e “green”, consentendo di limitare la produzione di rifiuti e di migliorare l’impatto emissivo nei settori della mobilità e dell’energia.

All’interno di questa misura hanno particolare importanza gli incentivi per l’efficienza energetica degli edifici (Ecobonus e Sismabonus) che potrebbero essere utilizzati anche nella riqualificazione degli edifici presenti nei borghi e che prevedono investimenti complessivi per 13,8 miliardi di euro.

Un secondo tema affrontato all’interno di questa misura è la promozione di rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo. L’investimento si concentra sul sostegno alle comunità energetiche e alle strutture collettive di autoproduzione e individua pubbliche amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni a rischio di spopolamento.

Un’altra fondamentale fonte di finanziamento potrebbe derivare dalla seconda componente della Missione 1 relativa a digitalizzazione, innovazione, competitività nel sistema produttivo, che ha l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo rafforzandone il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e internazionalizzazione attraverso una serie di interventi tra loro complementari. La missione è strutturata in sei misure, tra le quali l’investimento in reti ultraveloci e la banda larga, interesserà i borghi.

Infine, fonti di finanziamento alla rigenerazione dei borghi potrebbero esserci all’interno della quarta misura della seconda missione prevede la tutela del territorio e della risorsa idrica. In particolare, gli obiettivi riguardano il rafforzamento delle capacità previsionali degli effetti del cambiamento climatico tramite sistemi avanzati; la prevenzione e il contrasto delle conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio; la salvaguardia della qualità dell’aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine; la garanzia di sicurezza dell’approvvigionamento e gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l’intero ciclo. All’interno di questa misura sono previsti 2,48 miliardi di euro per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico.

(Unioneonline/F)

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