Nell’ultimo anno si è registrato un aumento medio del 67% del prezzo medio del gasolio.

Una vera e propria stangata per la flotta dei pescherecci italiani costretti a lavorare in perdita o a tagliare le uscite, tutto a vantaggio delle importazioni di pesce straniero.

A lanciare l'allarme è Impresapesca Coldiretti, che ha spiegato che oltre la metà dei costi sostenuti dalle aziende ittiche è rappresentata proprio dal carburante.

Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese non riesce a coprire nemmeno i costi energetici, oltre alle altre spese previste per tenere in piedi l’attività.

"Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile - ha fatto sapere Impresapesca - perché senza adeguate misure per calmierare il costo del carburante le imbarcazioni saranno costrette a pescare in perdita se non addirittura a restare in banchina; questo con gravi ripercussioni sulla filiera e sull’occupazione di 28mila lavoratori in 12mila imprese".

(Unioneonline/F)

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