Ultima mediazione a Palazzo Chigi sul tema pensioni: il governo di Mario Draghi propone Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, nel solo 2022.

Un compromesso che piace alla maggioranza, Lega inclusa, e anche ai sindacati. Anche perché fissandolo al 2022 si apre alla possibilità che il prossimo anno si discuta di nuovo di flessibilità in uscita.

Per Draghi si dovrebbe tornare gradualmente a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero. Per la Lega, che esprime “grande soddisfazione”, invece è l’occasione nel 2023 di rimettere mano all'intera legge: “Nessun ritorno alla legge Fornero, si va verso la pensione a 64 anni (anziché 67) mantenendo 38 anni di contributi. In più, ci sarà un fondo ad hoc di 500 milioni per accompagnare alcune categorie all'uscita anticipata dal mondo del lavoro con le regole di Quota100".

Sono tre i provvedimenti che Draghi ha portato in cdm: approvazione del decreto Recovery per semplificare e accelerare il Pnrr e sbloccare altri 8 target previsti entro il 2021; varo della legge di bilancio; approvazione della legge sulla concorrenza, che interviene sui servizi pubblici locali ma potrebbe anche rivedere le concessioni balneari e per gli ambulanti. Ma a poche ore dall'arrivo della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, restano fronti aperti.

REDDITO DI CITTADINANZA – Il primo è la riforma del Reddito di cittadinanza, che non sembra convincere del tutto i Cinque stelle. C'è un inasprimento dei controlli preventivi e un meccanismo di decalage - riduzione progressiva dell'assegno - dopo i primi due lavori rifiutati. La soluzione piace a Iv e Fi, che spingono per cambiare il reddito, mentre resta "sospeso" fino al Cdm il giudizio politico del M5s, che si vede stoppare anche la misura del cashback.

TAGLIO TASSE – Quanto agli 8 miliardi di taglio delle tasse, si deciderà solo in un secondo momento nell'iter parlamentare a cosa destinarli. Il Pd nella cabina di regia chiede al governo di ascoltare le istanze delle parti sociali sulle pensioni ma anche sul taglio delle tasse. I sindacati chiedono di destinarli tutti al taglio del cuneo lato lavoratori, posizione che vede concordi Pd e Leu. Il M5s chiede di agire sui redditi medi. Mentre Fi, Lega e Iv vogliono che si agisca anche lato imprese, a partire da un taglio dell'Irap. 

(Unioneonline/D)

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