La denominazione d'origine celebra i suoi primi settant'anni e il Pecorino Romano festeggia, a Bergamo, il compleanno della certificazione d'origine con un regalo ai suoi estimatori e consumatori: è il formaggio con la minore impronta ambientale, ovvero quello che viene prodotto nel totale rispetto dell'ambiente e che, nel 2020, ha prodotto un valore di 500 milioni di euro, ovvero la seconda voce dell'economia della Sardegna.

"All'interno dell'area di produzione, individuato nella regione Lazio, Sardegna e nella provincia di Grosseto, si è assistito in questi ultimi 70 anni allo sviluppo di un comparto che nel caso più specifico della Sardegna rappresenta oggi la seconda economia in termini di prodotto interno lordo - dice il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, Gianni Maoddi - Il valore alla produzione del Pecorino Romano, nel 2020, è stato pari a oltre 210 milioni di euro, che trasferito nel commercio genera un valore stimato di quasi 500 milioni di euro. Numeri che fanno immediatamente capire la portata del nostro comparto, rafforzato anche dall'introduzione delle Dop".

Sul fronte della sostenibilità, la filiera della Dop Pecorino Romano rappresenta in assoluto il formaggio con la minore impronta ambientale: l'allevamento quasi esclusivamente estensivo con le greggi al pascolo, spesso naturale, garantisce, in virtù delle prescrizioni del disciplinare di produzione, oltre il 70% della razione alimentare proveniente dalla stessa zona di origine.

"Anche da parte degli stabilimenti di produzione – osserva Maoddi – ci sono stati enormi passi in avanti sul fronte ambientale: sempre più sensibili a pratiche produttive a basso impatto ambientale, continuano a investire nella produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili disponibili in abbondanza nei nostri territori".

(Unioneonline/v.l.)

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