Parrucchieri ed estetisti: in Sardegna già bruciati 44 milioni di euro
Allarme di Confartigianato. Che lancia le sue proposte per riaprire in sicurezzaOltre 44 milioni di euro. E' il danno che avrebbe già causato l'emergenza coronavirus ai parrucchieri e agli estetisti sardi, costretti a chiudere in ossequio alle ordinanze per il contenimento dell'epidemia.
A fare la stima è Confartigianato, che lancia anche alcune proposte per salvare il settore, ormai in ginocchio, che nell'Isola conta oltre 3.300 attività.
"C’è un settore artigiano - si legge in una nota della confederazione - che attende ancora risposte concrete dal Governo: è quello del benessere e servizi alla persona. Acconciatori, estetisti e operatori della pedicure e manicure sono fermi dall’inizio di marzo; infatti, sono state queste le prime professioni a essere state bloccate dalle misure contro il contagio da coronavirus".
"In Sardegna - prosegue Confartigianato - sono 3.384 le imprese del settore, di queste ben 2.886 sono imprese artigiane, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici grazie anche ai 5.124 addetti.
Un settore che nell’Isola ha un giro d’affari annuo di circa 523 milioni di euro pari all’3% dell’ammontare della spesa per prodotti non alimentari. Infatti, la spesa media mensile delle famiglie sarde per servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza è di 61 euro al mese, equivalenti a 732 euro all’anno".
“La situazione per il settore è pesantissima e sono tante le attività che rischiano di non avere la forza per riaprire o che purtroppo dovranno lasciare a casa il personale – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – tutto questo è ingiusto e non possiamo permetterlo”.
“In più – continua Matzutzi - dobbiamo anche aggiungere il proliferare dell’abusivismo, e del disagio crescente tra i cittadini che si sono visti privare anche di questo piacere, utili al mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico”.
Questi motivi portano Confartigianato Sardegna a ritenere che non sia ulteriormente rinviabile la riapertura dei saloni di acconciatori e dei centri estetici, subordinata all’applicazione di misure di carattere organizzativo ed igienico sanitarie che l’Associazione ha già provveduto ad inviare ai ministeri competenti, e che sono
aggiuntive, rispetto a quelle già stringenti che gli operatori sono chiamati a mettere in atto in ragione delle normative di settore.
“Le misure che abbiamo proposto per il contrasto e la diffusione del covid-19– sottolinea Matzutzi - consentono di operare in sicurezza tutelando la salute dei clienti, dei dipendenti e degli stessi imprenditori”.
“Siamo però preoccupati se le aziende, per riaprire, dovessero anche intervenire sulle strutture dei loro ambienti – continua Matzutzi - per esempio se venisse imposto di differenziare fisicamente gli ambienti, situazione che comporterebbe anche interventi di tipo edilizio o di impiantistica”.
“Contro questo ci batteremo perché pensiamo anche all’impatto economico che potrebbe avere su alcune realtà che, a queste condizioni, potrebbero anche decidere di non riaprire – precisa il Presidente di Confartigianato Sardegna – anche se sappiamo che tutto ciò viene fatto per la salute di tutti, e su questo nessuno transige”.
Poi le proposte di carattere organizzativo. Ovvero: svolgimento delle attività
esclusivamente su appuntamento (telefonico, tramite app o mail), presenza di un solo cliente per volta in area reception, spogliatoi, servizi igienici; permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo strettamente; indispensabile all’erogazione del servizio/trattamento; adozione – per le imprese maggiormente
strutturate - di orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti.
(Unioneonline/l.f.)