Il Comitato interministeriale ad hoc (Cite), messo in piedi dal governo Draghi, ha approvato la proposta di Piano per la transizione ecologica.

Un programma che si pone come primi obiettivi impatti sociali ed economici al 2030 e subito dopo lungo la marcia verso la decarbonizzazione al 2050.

Alla riunione dedicata ha partecipato mezzo governo: oltre al viceministro allo Sviluppo economico Alessandra Todde anche Roberto Cingolani, Andrea Orlando, Daniele Franco, Stefano Patuanelli, Enrico Giovannini, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. I passaggi ora prevedono il parere della Conferenza unificata e delle commissioni parlamentari, per il definitivo via libera del Cite.

Con il Piano - viene spiegato da Palazzo Chigi - si vuole offrire "un inquadramento generale della strategia per la transizione ecologica", mettendo in evidenza anche il "quadro concettuale" che dovrà parallelamente essere coerente con "il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)". I target generali dovranno rispettare l'accordo di Parigi, il più ampio Green deal e il nuovo pacchetto clima Ue "Fit for 55”.

Cinque i macro-obiettivi: neutralità climatica; azzeramento dell'inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l'economica circolare e la bioeconomia. Le aree di intervento sono otto: decarbonizzazione; mobilità sostenibile; miglioramento della qualità dell'aria; contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; miglioramento delle risorse idriche e delle infrastrutture; ripristino e rafforzamento della biodiversità; tutela del mare; promozione dell'economica circolare, della bioeconomia e dell'agricoltura sostenibile.

(Unioneonline/D)

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