Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha firmato il decreto attuativo sul cosiddetto “Energy Release”, con importanti novità per le aziende sarde, in particolare quelle del polo del Sulcis.

Il provvedimento prevede la cessione, attraverso aste, di parte dell'energia prodotta ad un prezzo controllato di 210 euro a MWh. Un prezzo più che dimezzato visto che ad oggi, ha spiegato il ministro, è “sui 450 euro a MWh”.

Tra i clienti finali prioritari ci sono quelli indistriali, le pmi, le aziende localizzate in Sardegna e Sicilia e le imprese cosiddette “energivore”, ad alto consumo di energia.

I contratti avranno durata fino al 31 dicembre 2025, entro 20 giorni saranno definite tutte le procedure per l’assegnazione e il ritiro dell’energia.

Una boccata d’ossigeno per le imprese che stanno fermando gli impianti, come la Portovesme srl che ha annunciato lo stop al 90% della produzione con conseguente cassa integrazione per circa mille operai.

Il provvedimento fa il paio con la proroga del riconoscimento, per le imprese energivore a forte consumo di gas, di un credito d'imposta pari al 40% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata e utilizzata a ottobre e novembre 2022.

La sottosegretaria Alessandra Todde evidenzia che le aziende sarde e siciliane avranno una priorità “tre volte più alta” rispetto a quelle del resto d’Italia e parla di un “primo passo importante, non risolutivo ma permette alle aziende energivore di poter programmare”.

“Ora – sottolinea invece la deputata Pd Romina Mura – dovrà essere il nuovo governo ad occuparsi del gap insulare”.

(Unioneonline/L)

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