Due barattoli di miele su tre, che finiscono nel carrello della spesa degli italiani, sono stranieri. Tutto questo succede mentre la richiesta e l'acquisto del prodotto sono aumentati del 5,1% nel solo ultimo anno.

A lanciare l’allarme, in difesa del Made in Italy agroalimentare e dei consumatori, è la Coldiretti, che spiega come le importazioni di miele avvengano anche a causa dei cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio le produzioni nostrane, praticamente dimezzate nel 2017 rispetto l'anno precedente.

"Il rischio è quello di vedere azzerate le produzioni nei prossimi 100 anni", confermano dall’associazione degli agricoltori nel sottolineare come le api siano un importante indicatore dello stato di salute dell'ambiente. E che, senza il loro "lavoro" d’impollinazione dei fiori la vita sarebbe impossibile. Anzi, per dirla con le parole di Albert Einstein: "Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che 4 anni di vita".

Nel Belpaese, il miele importato arriva praticamente da soli due paesi: Ungheria, con 8 milioni e mezzo di chili, e dalla Cina, con quasi 3 milioni. Cina che, tra l'altro, Coldiretti asserisce essere "ai vertici dell’insicurezza alimentare".

Una soluzione – momentanea, ovviamente - al "pericolo" di mangiare miele estero, credendo sia una produzione tricolore, arriva dal controllo dell'etichetta, dove devono essere specificati sia i paesi d’origine che di trasformazione dell'alimento. E quindi, se un miele è 100% italiano deve esservi stampata la parola "Italia", e null'altro.

(Unioneonline/DC)
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