Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una grande opportunità per superare i limiti strutturali delle aree interne, a patto che si semplifichino procedure e normative, si riducano oneri e tempi della burocrazia, si offra assistenza e ascolto alle comunità. 

Fondamentale altresì accrescere le competenze per sviluppare progetti che valorizzino le attività produttive identitarie e abbattano diseguaglianze e sperequazioni.

E’ quanto emerso ieri sera a Macomer, nel corso del dibattito “PNRR. Servirà allo sviluppo delle zone interne?”, promosso dall’associazione Nino Carrus, in collaborazione con Rete delle associazioni e Fondazione di Sardegna.

L'assessore regionale al Lavoro Alessandra Zedda\u00A0(foto L'Unione Sarda - Nachira)
L'assessore regionale al Lavoro Alessandra Zedda\u00A0(foto L'Unione Sarda - Nachira)
L'assessore regionale al Lavoro Alessandra Zedda (foto L'Unione Sarda - Nachira)

“La vera sfida è semplificare le procedure di ottenimento delle risorse del PNRR -afferma l’assessore regionale al Lavoro, Alessandra Zedda -. Stiamo delineando le linee di indirizzo: transizione digitale ecologica ed energetica, ma soprattutto transizione della persona, partendo dai suoi bisogni per arrivare a soddisfare le esigenze dei territori”.

Al centro della politica regionale l’occupazione, per colmare il gap tra offerta e domanda di lavoro, con il coinvolgimento di aziende, agenzie formative e reti.

“Oggi abbiamo approvato il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL) -annuncia Zedda - che prevede circa 32 milioni di euro, per 22mila beneficiari, di cui 6.300 da coinvolgere in attività di formazione e 2.200 in attività di rafforzamento del digitale”. Un provvedimento importante per le zone interne, che “include la formazione di figure professionali per realizzare  progetti alle aziende e consente di contrastare lo spopolamento attraverso lo sviluppo di attività produttive identitarie”. Parola d'ordine: fare sistema.

"Non è facile utilizzare le ingenti risorse in campo, specie per i piccoli Comuni – sostiene Giovanni Bitti, presidente di Confindustria Sardegna centrale -, occorre dunque fare rete per creare una strategia comune, attivando una governance territoriale per condividere idee e progetti, coinvolgendo Camera di Commercio, enti locali e associazioni datoriali".

I relatori (foto L'Unione Sarda - Nachira)
I relatori (foto L'Unione Sarda - Nachira)
I relatori (foto L'Unione Sarda - Nachira)

Territori protagonisti nelle politiche di sviluppo anche per il sindaco di Fonni, Daniela Falconi, “per capire i reali bisogni delle comunità, investendo anche su agricoltura di montagna e sullo sfruttamento del bosco e dell’acqua”. “La reale capacità dei Comuni di creare progetti utili ai territori – evidenzia Luca Deidda, docente di economia all’Università di Sassari - dipenderà dallo sviluppo delle competenze e dal coordinamento di tutte le parti sociali”.

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