Gli hamburger e gli arrosticini di carne di pecora sarda, prodotti nel rispetto di specifici standard di allevamento e benessere animale, con un’elevata qualità delle carni, potrebbero aprire nuove prospettive economiche per il comparto agricolo sardo.

È quanto emerso nel corso della presentazione – nell’aula magna del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari – dei risultati di Valpesa, acronimo di "Valorizzazione della pecora sarda".

Si tratta di un progetto promosso dalla Forma Srl di Macomer in collaborazione con l’Università di Sassari finalizzato al miglioramento qualitativo delle carni, finanziato dall’assessorato regionale all’Agricoltura.

«Il progetto VALPESA – ha spiegato nell’occasione Francesco Forma – ha voluto verificare se, per le pecore di fine “carriera”, destinate alla macellazione ma non idonee alla produzione di carne di qualità poiché troppo magre, fosse possibile raggiungere gli standard richiesti attraverso una fase di finissaggio in stalla, con una dieta studiata ad hoc».

Infatti, secondo i ricercatori del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, le condizioni di allevamento e benessere possono essere migliorate, ma ciò è possibile solo con pecore che accedono alla fase di finissaggio in uno stato fisico non inferiore a determinati parametri del Body Condition Score, un indicatore che garantisce una buona base di partenza.

«Abbiamo ottenuto risultati positivi anche con la somministrazione di vitamina E durante la fase di finissaggio -, ha spiegato la professoressa Anna Nudda - questo intervento incide sul pH della carne, migliorandone la qualità complessiva. Inoltre, la vitamina E contribuisce alla stabilità ossidativa e alla conservabilità della carne, un aspetto fondamentale per la produzione di prodotti innovativi come hamburger e arrosticini».

«È importante ricordare che si tratta di ovini provenienti dal sistema produttivo lattiero-caseario, allevati per la produzione di latte e non di carne -, ha spiegato il professor Gianni Battacone del Dipartimento di Agraria -. Portare questi animali a buone performance in fase di macellazione aggiunge valore alla filiera, aumenta il reddito delle aziende e garantisce prodotti di qualità disponibili tutto l’anno nei banchi dei supermercati».

«Le indagini di mercato – ha spiegato invece Antonio Lorenzoni, ceo di LM Consulting, partner del progetto -, hanno evidenziato che le carni di pecora sarda, in particolare i prodotti elaborati come hamburger e arrosticini, pur essendo di nicchia e poco conosciuti, hanno un notevole potenziale per affermarsi sul mercato. È quindi necessario definire una strategia produttiva e di marketing che valorizzi l’origine sarda, il legame con il territorio e, ove possibile, consideri la certificazione IGP, come avviene per l’agnello».

(Unioneonline)

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