Pochi e mal distribuiti. I 17 miliardi di euro stanziati nel dl Aiuti bis approvato dal Governo non hanno fatto certo gioire le imprese e i sindacati dell’Isola, insoddisfatti per un pacchetto di misure dedicato a stipendi e pensioni a loro giudizio insufficiente per contrastare l’impennata inesorabile del carovita. Una corsa verso l’alto dell’inflazione che, secondo sempre più voci, metterà di fronte le famiglie sarde a un autunno di lacrime e sangue.

L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha evidentemente lavorato con le mani legate, consapevole di avere una data di scadenza talmente vicina da non poter intervenire sull’economia italiana in maniera più decisa. Il taglio aggiuntivo del cuneo fiscale limitato all’1,2% e la rivalutazione delle pensioni al 2% ne sono purtroppo una conferma.

Delusione

«Sfortunatamente siamo ben lontani dal garantire un vero aiuto a lavoratori e pensionati», spiega il segretario della Cgil Sardegna Samuele Piddiu. «Anche nel caso di proposte condivisibili come quella sul cuneo fiscale, le risorse a disposizione sono insufficienti, stiamo infatti parlando di un miliardo e mezzo che produrrà 10 euro lordi al mese per una platea di lavoratori con redditi bassi che avrebbero necessità di un sostegno ben più cospicuo».

Secondo il sindacalista il panorama economico regionale sarebbe invece stato tra i più bisognosi di interventi concreti. «In un mondo del lavoro come quello sardo – continua Piddiu - che registra in media stipendi fra i più bassi d’Italia, l’impatto della misura è davvero esiguo in confronto a quanto è aumentato il costo della vita, dei beni di prima necessità, delle bollette».

Stesso discorso purtroppo riguarda i pensionati, «per i quali la dotazione economica è assai modesta e andrà a incrementare ben poco le pensioni dei sardi che, mediamente, sono molto vicine alla minima e quindi beneficeranno di 10 euro lordi per sei mesi».

Disagi

Secondo il segretario Cgil occorrerebbe quindi «destinare maggiori risorse a chi soffre di più gli effetti della crisi e realizzare una reale redistribuzione della ricchezza, ad esempio incrementando la tassazione sugli extraprofitti».

Alberto Farina, leader dei pensionati sardi iscritti alla Cisl è sulla stessa linea: «La rivalutazione degli assegni del 2% non basterà di certo ad affrontare gli effetti dell’inflazione ormai stabilmente sopra il 9%. Servono perciò interventi aggiuntivi sulla quattordicesima le fasce di reddito più ampie e un maggiore controllo antispeculazione sui prezzi al dettaglio».

Previsioni

Il mantra più diffuso in queste settimane è sempre lo stesso: “Il peggio deve ancora arrivare”. Giorgio Delpiano, presidente regionale delle imprese iscritte alla Confapi è tra quelli che non vede roseo pensando ai prossimi mesi: «Ci aspetta un autunno durissimo e noi lo affronteremo in emergenza. L’attuale governo poteva fare certo di più, ma in queste condizioni è stato comunque difficile attuare una strategia efficace. Ci ritroviamo comunque di fronte a misure tampone che saranno necessariamente prorogate anche nella prossima legislatura perché non si potrà fare altrimenti. In ballo ci sono i miliardi del Pnrr e la sopravvivenza si migliaia di imprese nell’Isola. I motivi per essere preoccupati non mancano di sicuro».

Attenuanti

Francesco Porcu, segretario regionale della Cna, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. «L’entità degli stanziamenti previsti dal dl Aiuti Bis era nota da tempo e per qualche settimana era anche in dubbio la sua approvazione. Certo, si tratta di provvedimenti tampone, ma quello Draghi ha dimostrato di non essere un “governo balneare” che ci vuole traghettare alle prossime elezioni passivamente. Anzi, sta riuscendo a sbrigare gli affari correnti e mettere e tutti i procedimenti necessari alla rendicontazione e l’ottenimento dei fondi europei e del Pnrr. Inoltre, è stato in grado di mettere a disposizione dell’economia 17 miliardi soprattutto dagli extra-profitti incassati con l’Iva. Senza quindi gravare sul debito pubblico, evitando così di lasciare ai suoi successori un Paese dallo spread ingestibile».

Luca Mascia

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