“In attesa di risposte da parte di Enel, non possiamo accettare il rimbalzo di responsabilità tra le diverse istituzioni: proclamiamo lo stato di agitazione e non escludiamo altre iniziative”. Tra i lavoratori degli appalti della centrale Enel di Portovesme la tensione è di nuovo altissima. Dopo le iniziative estive, seguite alla riunione al Mise e alle dichiarazione dei vertici Enel (“la centrale di Portovesme non sarà riconvertita a gas”), gli operai delle imprese che operano alla centrale tornano alla carica, chiedendo risposte sulle prospettive occupazionali dopo il phase out e la chiusura della centrale a carbone. Una nuova protesta che interessa metalmeccanici, servizi, trasporti e edili. 

Nella centrale termoelettrica di Portovesme lavorano circa 400 persone, la metà sono dipendenti delle imprese degli appalti che temono di perdere il posto di lavoro quando si concretizzerà lo stop al carbone, previsto per il 2025. 

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