Ventiquattro milioni di euro per il sostegno al settore lattiero - caseario del comparto del latte ovino in Sardegna. Ma Coldiretti tuona: "Prima di dare soldi pubblici comprando il pecorino romano invenduto, si trovi un accordo sul prezzo tra pastori e industriali".

Questa sera in Consiglio dei ministri arriva il provvedimento sulle emergenze in agricoltura: "Punto a trasformarlo in decreto", afferma il ministro Centinaio al Senato. "In cdm arriva il ddl, ma visto che si tratta di emergenze per me deve essere un decreto. Non dovrebbero esserci problemi, mi hanno assicurato i colleghi ministri".

Nel provvedimento ci sono le misure per gli agricoltori pugliesi, in ginocchio per via delle gelate e dei danni causati dalla xylella, e quelli per i pastori sardi, il cui latte viene pagato meno dei costi di produzione.

Come dicevamo, sono 29 i milioni stanziati. Dieci sono del ministero delle Politiche Agricole e Forestali per il 2019: si tratta di un fondo, si legge nella bozza di ddl, "destinato a favorire la qualità e la competitività del latte ovino attraverso il sostegno ai contratti e agli accordi di filiera, l'adozione di misure temporanee di regolazione della produzione, compreso lo stoccaggio privato dei formaggi ovini DOP, nonché attraverso la ricerca, il trasferimento tecnologico e gli interventi infrastrutturali nel settore di riferimento".

Altri 14 milioni saranno stanziati dal ministero dell'Interno, con un'ulteriore dotazione del fondo indigenti incrementato, per il 2019, "per l'acquisto di formaggi DOP fabbricati esclusivamente con latte di pecora, con stagionatura minima di cinque mesi, contenuto in proteine non inferiore al 25% e contenuto in acqua non superiore al 26%", il tutto "per favorire la distribuzione gratuita di alimenti ad alto valore nutrizionale per gli indigenti".

Prevista inoltre l'istituzione di un registro telematico per monitorare la produzione di latte ovino e caprino e l'acquisto di latte e prodotti lattiero-caseari da Paesi Ue e Paesi terzi.

I primi acquirenti di latte crudo sono infatti tenuti a registrare ogni mese, nella banca dati del SIAN, i quantitativi di latte ovino, caprino e il relativo tenore di materia grassa consegnati loro dai singoli produttori nazionali, si legge ancora nella bozza.

Inoltre, "le aziende che producono prodotti contenenti latte bovino, ovino o caprino registrano mensilmente, per ogni unità produttiva, i quantitativi di ciascun prodotto fabbricato, i quantitativi di ciascun prodotto ceduto e le relative giacenze di magazzino".

Misure, queste, volte ad evitare lo sforamento delle quote, le modalità precise di applicazione verranno stabilite con decreto del ministro Centinaio entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge.

COLDIRETTI - "Niente soldi pubblici alle realtà di trasformazione e commercializzazione senza la garanzia di un giusto prezzo per il latte consegnato dai pastori sardi", è quel che chiede, e riafferma, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Quindi, "è necessario che gli stanziamenti previsti nel provvedimento siano vincolati al raggiungimento di un accordo che assicuri un anticipo sul prezzo superiore ai costi di produzione".

"I trasformatori - denuncia Coldiretti - non possono essere beneficiari delle consistenti misure di sostegno pubblico messe in campo dal governo, con l'acquisto di pecorino romano invenduto, senza che sia stato contestualmente concluso un accordo equo con i pastori, ai quali continuano ad essere corrisposti compensi insostenibili".

Coldiretti chede anche il commissariamento del Consorzio del pecorino romano, "su cui gravano pesanti responsabilità della crisi", e avvisa. "In gioco ci sono 12mila allevamenti sardi dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia, che producono quasi tre milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano DOP".

Domani mattina, 8 marzo, a Sassari c'è un nuovo round del tavolo del latte. Era in programma per oggi, ma è slittato per motivi tecnici.

(Unioneonline/L)
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