Con il prezzo record del Pecorino Romano Dop a 10,60 euro al chilo, il latte di pecora sarda potrebbe arrivare a raggiungere oltre 1,45 euro al litro, se si dovesse prendere d'esempio la famosa griglia, messa su due anni fa".

Lo sostiene il Centro Studi Agricoli (Csa), che focalizza l'attenzione sulla situazione delle produzioni del latte di pecora, il prezzo del pecorino romano dop e le produzioni quali/quantitative per la stagione in corso.

"Un comparto che, è bene non dimenticarlo - afferma il presidente del Csa Tore Piana - in Sardegna rappresenta 18.587 aziende e un patrimonio di 3.347.690 di capi ovicaprini (3.058.122 ovini e 289.568 caprini, dati BDN al 31.12.2021) e che coinvolge in modo particolare le zone interne dell'Isola, cioè quelle a maggior rischio spopolamento".

Guardando i dati dei primi mesi di produzione, secondo Csa, risultano in aumento i litri di latte destinati alla produzioni del Pecorino Romano Dop. "Alle note positive, però, bisogna aggiungere un 15% di calo di produzioni totali in litri di latte. Rispetto alla precedente annata, quest'anno si produrranno non più di 265 milioni di litri di latte (proiezioni del Csa) rispetto ai 303 milioni della scorsa stagione (dati Clal)”.

La diminuzione è dovuta “alla mancanza di pascoli, all'aumento dei costi dei mangimi e ad un fatto inconsueto: numerosi pastori stanno mungendo le greggi una sola volta al giorno anziché come di consueto due volte al giorno”.

A pesare enormemente è l'aumento dei prezzi di mangimi, concimi, gasolio agricolo e dell'energia elettrica necessaria al funzionamento degli impianti di mungitura e refrigerazione, aumenti che - spiega Tore Piana - “erodono decisamente la situazione favorevole del prezzo di vendita del Pecorino Romano, dove alla stalla incide in un 30% sul prezzo a litro di latte (0,43 euro litro, proiezioni del CSA), riportando la marginalità a 1,02 euro a litro latte alla stalla”. 

(Unioneonline/v.l.)

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