Tutto è cominciato nel 1960, a Dolianova, quando Francesco Murgia e Margherita Piras decisero di aprire un emporio. «Sugli scaffali si trovava di tutto: dagli alimentari alle munizioni per i cacciatori», racconta con orgoglio la nipote Silvia Massa, che ora insieme al cugino Francesco Murgia guida il gruppo Superemme, con 50 punti vendita (33 tra Iperpan e Superpan, più 17 Hardis), germogliato da quel piccolo market di provincia.

Negli anni il negozio di famiglia è cresciuto fino a diventare un’azienda che, nel settore dei supermercati, oggi rappresenta il 10,4% del mercato sardo.

«La svolta è arrivata nel 1975, con “Supermercati Mp”, dalle iniziali dei cognomi dei miei nonni. Era un market abbastanza evoluto per quei tempi, perché si vendevano anche i prodotti “take away” dell’ortofrutta, già confezionati. Cinque anni dopo è stata fondata la Superemme, con l’apertura di due punti vendita a Cagliari, in via del Pozzetto e via Castiglione. L’insegna viene sostituita con “Pan”. Dal greco: tutto. Si comincia a sviluppare la rete di distribuzione, fino all’apertura del primo ipermercato della Sardegna a Sestu, nel 1988».

All’epoca non esistevano ancora i discount. Qual è stata la vostra evoluzione?

«La situazione economica degli anni ‘80 era differente da quella attuale. Non c’era una grande competizione. Oggi invece l’Isola è una delle regioni con maggior densità di metri quadri dedicati alla distribuzione alimentare per numero di abitanti. È cambiato il mondo: quarant’anni fa i prezzi si potevano ricordare a memoria, ora in un supermercato ci sono oltre 15mila prodotti, l’utilizzo della tecnologia è imprescindibile».

È cambiato anche il modo di fare la spesa.

«L’e-commerce è diventato un canale di vendita anche per i supermarket. Noi abbiamo lanciato la consegna a domicilio nel 2020. Il Covid ci ha aiutato ad accelerare, ma il progetto era già previsto da tempo. La spesa a domicilio è già una realtà nei nostri negozi di Cagliari, poi arriverà anche negli altri punti vendita della Sardegna».

Tra vent’anni come si farà la spesa?

«Io e mio cugino Francesco siamo tornati da poco da un viaggio a Londra, dove alcune aziende stanno sperimentando negozi “cashless”, senza casse. Si entra tramite un’App, ci sono le telecamere che vedono quello che prendi e poi fanno il conto all’uscita. Non so però se sarà questo il futuro: io credo che la relazione umana rimarrà un elemento fondante. Per ora anche la spesa delivery, consegnata a casa, ha incidenze basse sul fatturato pur avendo grandi potenzialità di sviluppo. Credo poi che rimarranno anche nel futuro alcuni aspetti fondamentali del presente».

Quali?

«La centralità del territorio. Oggi nei banchi dei supermercati Pan i prodotti locali su numerose categorie superano il 20%. I consumatori fanno molta attenzione a tre cose: mangiare sano, mangiare bene e mangiare locale».

Stanno attenti anche ai prezzi, soprattutto in un periodo in cui l’inflazione supera l’11%.

«L’impatto è stato importante anche per la nostra azienda. Noi ci siamo impegnati a rinunciare a diversi punti percentuali di redditività, per ridurre il più possibile gli effetti negativi dell’inflazione sui clienti. Non abbiamo lavorato solo per frenare la crescita dei prezzi, ma anche sui tempi. Se i discount della concorrenza hanno riversato subito gli aumenti sul consumatore, noi abbiamo cercato di ritardare questo impatto dialogando con i fornitori».

I consumi stanno rallentando?

«Si, i volumi diminuiscono leggermente ma è aumentato il numero di scontrini emessi, questo vuol dire che si fa la spesa con maggiore frequenza».

Quanto è importante la sostenibilità in un gruppo come il vostro?

«Abbiamo pubblicato per il secondo anno il bilancio di sostenibilità, anche se non è ancora obbligatorio. Crediamo che la sostenibilità economica, sociale e ambientale sia una delle leve strategiche per il presente e il futuro. Abbiamo diversi progetti in campo. Nel 2023 apriremo la nuova sede amministrativa a Cagliari, sarà il quartier generale di Superemme, un edificio moderno e sostenibile come sono e saranno anche i nostri supermercati».

Sono previsti nuovi punti vendita?

«A Dolianova, dove manteniamo la sede legale della società, apriremo un supermercato e un discount in quella che era la cantina sociale, dismessa da tempo. Poi ci sarà una nuova inaugurazione anche a Olbia. Uno dei nostri obiettivi futuri è lo sviluppo della rete, che vedrà il rinnovo dei format di vendita. Alcuni negozi saranno ristrutturati profondamente, come sta succedendo all’Iperpan di Iglesias ed è già successo a quello di Carbonia».

Puntate sulla formazione del personale.

«Tantissimo. Stiamo investendo molto su questo aspetto negli ultimi anni a tutti i livelli sia in formazione tecnica che sulle “soft skills”, le abilità personali, per sviluppare le risorse dei nostri talenti attuali e attrarre quelli futuri per far crescere e evolvere ulteriormente l’azienda».

Michele Ruffi

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