All’indomani dell’annuncio dell’aumento dei tassi di interesse di altri 50 punti base a partire dal prossimo marzo, nel suo ultimo bollettino – diramato oggi – la Banca centrale europea conferma il difficile momento dell’economia dell’Ue.

Anche se il costo dell’energia – schizzato alle stelle in seguito all’invasione russa dell’Ucraina – sta ora diminuendo, «le pressioni sui prezzi restano intense, in parte perché gli elevati costi dell’energia si stanno propagando all’intera economia», si legge nel documento, «l’inflazione al netto dei beni energetici alimentari si è mantenuta al 5,2 per cento a gennaio».

Fare la spesa continuerà a essere costoso per i cittadini europei, perché il caro-energia continua a pesare sui generi alimentari: «La componente alimentare dell’inflazione ha registrato un ulteriore incremento, raggiungendo il 14,1 per cento, poiché il precedente rialzo del costo dell’energia e di altri input per la produzione dei beni alimentari si sta ancora trasmettendo ai prezzi al consumo», fa sapere ancora la Bce. 

Si intravedono però alcuni spiragli positivi: secondo l’analisi degli esperti della Banca centrale europea, «se il recente calo delle quotazioni energetiche dovesse persistere, la diminuzione dell’inflazione potrebbe risultare più rapida delle attese. Queste pressioni al ribasso della componente energetica potrebbero poi tradursi anche in una dinamica più contenuta dell’inflazione di fondo». 

Ciò che è certo è che nel prossimo futuro i tassi continueranno ad aumentare a ritmo costante, con l’obiettivo di tornare a un’inflazione del 2% nel medio periodo.

(Unioneonline/F)

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