Come già annunciato, la Banca centrale europea ha alzato i tassi d’interesse di altri 50 punti-base (0,5%) portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%

«L'inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità finanziaria e dei prezzi nell'area dell'euro», si legge nel comunicato, che non fa riferimento a prossime mosse. Pur ammorbidendo i toni: «L’elevato livello di incertezza – afferma ancora il comunicato della Bce – rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati nelle decisioni sui tassi d’interesse».

Se, dunque, le Borse soffrono dopo l’annuncio, con Milano a -0,5% e l’apertura negativa di Wall Street a -0,69%, considerando una previsione di inflazione al 2025 ora al 2,1%, una frenata sui prossimi aumenti dei tassi potrebbe essere in vista. Obiettivo della Bce è, infatti, «assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine», dove il “medio termine” è, appunto, il 2025.

«Il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità» e «in una situazione molto migliore rispetto al 2008», ha quindi specificato la presidente Bce Christine Lagarde. In ogni caso, l’istituto centrale «dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria», la rassicurazione.

Critico sull’aumento dei tassi, il secondo consecutivo, il ministro degli Esteri Tajani, secondo cui «la Bce non si sta muovendo nella giusta direzione, anche se oggi c'è stato un inizio di ripensamento». «A nostro giudizio – ha proseguito Tajani – non è un buon modo di affrontare l'inflazione».

MUTUI, COSA CAMBIA – L'ultimo rialzo tassi comporterà un inevitabile aumento delle rate dei mutui, soprattutto quelli variabili, con un pesante impatto sul reddito medio di una famiglia italiana, pari a circa 33mila euro netti l'anno. Secondo Mutuionline «se a febbraio 2022 la rata del mutuo a 20 anni pesava per il 20% del reddito mensile, con l'ultimo aumento raggiungerà il 30% del reddito. Ancora più alto l'aumento della rata del mutuo a 30 anni, che passa dal 20 al 40% del reddito mensile».

COME DIFENDERSI, LE SURROGHE – Uno degli strumenti di difesa per chi ha un mutuo e vede la sua rata aumentare, è scegliere la surroga. E cioè passare a un tasso, fisso o variabile, più conveniente. A determinate condizioni, poi, è possibile anche rinegoziare il mutuo con la propria banca.

(Unioneonline/v.l.)

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